1° Alessi Seminar in Europe

(Limone Piemonte 24/31 Luglio e 9/16 Agosto 2002)


Avvertimento

Con questa traduzione si vogliono rendere disponibili in italiano gli appunti di un Masterclass. Si tratta quindi di suggerimenti destinati al musicista che faceva lezione in quel momento e non si tratta di un "Metodo". Queste note non pretendono di essere esaurienti e complete nei soggetti trattati.

L'abilità di suonare uno strumento ad ottone non si raggiunge in breve tempo. Ogni persona che tenta di sviluppare una capacità in quest'area deve aspettarsi di investire molto tempo e il giusto genere di impegno e sforzo. Per la differenza che può esistere nelle capacità e nelle caratteristiche delle varie persone e per la personale interpretazione che ognuno può dare a queste frasi, nessun testo di questo genere può essere preso alla lettera. Queste note non intendono sostituire la necessaria presenza di un insegnante.


Articolazione - Brani e passi d'orchestra - Concetti generali - Emissione dell'aria - Fraseggio - Imboccatura - Intonazione - Postura e movimenti del corpo - Respirazione - Warm-Up


Articolazione
È una buona idea studiare almeno 4 articolazioni ogni giorno. Legato, Legato-staccato, Separato, Marcato.

Non esitare quando devi attaccare. L'esitazione è come un cancro. Quando si esita nell'attacco può verificarsi la "manovra di Valsalva". Quando si attaccano le note non dobbiamo fare dei tentativi. I suoni devono iniziare subito. La parte principale del suono delle note non deve arrivare dopo l'attacco.

Spesso in orchestra i tromboni suonano con i timpani e a me piace che il suono dei tromboni arrivi insieme a quello dei timpani. Anche il tipo di attacco deve essere compatibile.

La pronuncia del legato è DA. Ma quello che dobbiamo privilegiare è la vocale A. Possiamo provare a pronunciare prima la vocale: A DA DA DA. In questo esercizio il movimento della lingua deve "sfiorare" e non battere. La mascella non deve muoversi.

Quando vogliamo proiettare il suono non dobbiamo usare una lingua più dura.

La figurazione dell'ottavo con il punto e il sedicesimo deve essere studiata bene. Non dobbiamo cadere nelle terzine. Si può provare a studiarla con il sedicesimo in battere. In questa stessa figurazione può essere d'aiuto pensare che la nota corta faccia parte della nota successiva.

In certi casi, come nella Settima Sinfonia di Anton Bruckner, si può provare questa articolazione:

In un passo in cui devi respirare è meglio non tenere le note troppo lunghe, perché altrimenti quando respirerai una delle note sarà evidentemente più corta. Si può scegliere un'articolazione che aiuti a mascherare il fiato.

Non deve essere la lingua a muovere l'aria, ma l'aria che fa muovere la lingua.

Uno dei miei insegnanti mi ha detto che quando suoniamo qualcosa di staccato non ci devono essere movimenti della faccia e della mascella. Sono d'accordo. Se permettiamo questi movimenti della faccia avremo quasi sempre uno staccato non definito, con suoni gonfi.

In certe articolazioni dello staccato, come nello studio 26 di pagina 38 dell'Arban

dobbiamo avere un "Ping" all'inizio della nota.

Parlando dello staccato, dobbiamo coltivare una buona sincronizzazione dell'aria, della lingua e della coulisse. Spesso, cercare una specie di piccola "esplosione" della lingua sul battere, può aiutare a trovare una giusta coordinazione.

In certi passaggi di legato nel registro grave, come nel Bordogni all'ottava bassa

può essere utile fare il legato ma senza usare l'articolazione di lingua, in modo da non interrompere il suono.

Brani e passi d'orchestra
Ferdinand David: Konzertino. Questo è un brano molto sfruttato, ma credo che sia un buon pezzo per le audizioni. Se hai solo 5 minuti e devi mostrare le tue qualità, David ti dà la possibilità di mostrare degli stili differenti.

Launy Gröndahl: Concerto per Trombone e Pianoforte o Orchestra. Questo concerto è stato scritto da un danese ma io trovo che in molti punti sia un po' spagnolo.

Paul Hindemith: Sonata per Trombone e Pianoforte. Uno sbaglio comune è non considerare che si tratta di una Sonata. Bisogna dare la giusta importanza al pianoforte. L'equilibrio dinamico è particolarmente importante. Non essere un "BoneHead" (Testa di trombone). Spesso bisogna suonare meno, per fare uscire la melodia del pianoforte.

Usate più aggettivi quando suonate! Suonare i passi d'orchestra in un'audizione è come cambiare marcia con l'automobile. Bolero deve essere diverso dalla Cavalcata delle Vachirire. Spesso i passi di Wagner e Strauss hanno uno stile che si assomiglia. L'attacco e l'accento sono molto importanti in questo stile. Mozart deve essere classico, forse con poco vibrato. Una buona idea per studiare i passi è quella di suonarli sopra ad una buona registrazione. Questo aiuta a formare una buona idea del passo d'orchestra. Cercate di suonare i passi d'orchestra con un bello stile. Parlando di suonatori con una buona tecnica, quello che può distinguerli dalla massa è proprio lo stile. Mentre stai studiando devi avere l'obiettivo di poterti distinguere dalla massa. Quando vai a fare un'audizione devi fare in modo che le persone in commissione alzino la loro penna e scrivano "SI" accanto al tuo nome. Se il tuo suono è buono, il ritmo è convincente, l'intonazione è buona e suoni con uno stile, ti verranno perdonate altre cose, come ad esempio un'articolazione diversa da quella che è scritta. Quando prepariamo un passo d'orchestra per un'audizione dobbiamo pensare anche a come potremmo essere giudicati da musicisti che non suonano il trombone. Il nostro esame deve essere interessante anche per loro. Dobbiamo mostrare che sappiamo cosa stiamo suonando.

Hector Louis Berlioz: Marcia Ungherese dalla Dannazione del Faust. Alla fine del passo c'è un accelerando, ma io sconsiglio di farlo in un'audizione.

Anton Bruckner: Sinfonia n.7, Finale. Tra le cose importanti di questo pezzo c'è l'intonazione e la correttezza del 32', che darà il giusto stile.

Wolfgang Amadeus Mozart: Tuba Mirum dal Requiem. C'è la tendenza a far diventare questo passo più complicato di quanto lo sia realmente. Dobbiamo scegliere un tempo che ci permetta di arrivare comodamente alla fine delle frasi. Anche la dinamica deve essere scelta con questo stesso criterio. Se in un'audizione suoni il Requiem di Mozart con un buon suono, buona intonazione e ritmo, non è molto importante dove respiri. Quello che conta è che tu riesca a mascherarlo.

Maurice Ravel: Bolero. Quando studiate il Bolero, fatelo con la base ritmica. Lo studierete meglio. Un'altra indicazione è quella di riscriverlo raddoppiando tutti i valori, trasformando il tempo in 6/4.

Ottorino Respighi: Fontane di Roma (Trombone Basso). Devi capire cosa è tematico e cosa non lo è. Sottolineando la parte tematica, anche a livello dinamico, mostrerai una maggiore consapevolezza del brano che stai suonando.

Gioacchino Rossini: Sinfonia del Guglielmo Tell: Non strasuonare, perché c'è il rischio di rendere il passo più difficile di quanto è realmente.

Robert Schumann: Sinfonia n.3. Se in un concorso suonano 30 persone, la maggioranza suonerà troppo forte e troppo veloce. Già studiando dobbiamo preparare questo passo al tempo giusto e alla giusta dinamica.

Richard Wagner: Cavalcata delle Valchirie. Dobbiamo prenderci cura del suono. Voglio sentire un suono grande e non un suono rumoroso. Niente vibrato! L'accento che è sul battere del primo movimento non deve essere fatto necessariamente con il suono o con il volume. Possiamo creare questo accento con la lunghezza della prima nota. Le due cose più importanti di questo passo sono l'intonazione e il ritmo. Dobbiamo studiarlo lentamente, assicurandoci che l'intonazione sia giusta, specialmente nelle note di riferimento.

Concetti generali
Quando ascolto o giudico un suonatore le note non mi interessano, mi interessa il suono. Per essere solo un buon trombonista devi avere un buon suono e un buon legato. Molti sono solo mediocri perché non hanno una di queste caratteristiche. Le cose più importanti: suono, ritmo, intonazione, stile (fraseggio). È importante diventare consapevoli di ciò che esce dalla campana ed esserne responsabili. Certe volte il lavoro e lo studio che facciamo lontano dallo strumento, come ad esempio ascoltare una nostra registrazione, è più importante del lavoro che possiamo fare con lo strumento in mano. Molte delle cose di cui abbiamo bisogno per suonare bene o per migliorare un qualcosa, sono solo mentali. Spesso chiudere gli occhi equivale ad aprire la mente. Quando studi devi fare esercizio. Come quando usi lo zoom della macchina fotografica. Inquadra il problema e ingrandiscilo. Troppe volte si suona e basta. Fai lo "studio delle dieci volte". Un passaggio deve venire bene per 10 volte di seguito, altrimenti si ricomincia da capo. Durante le lezioni vi do dei suggerimenti. I miei insegnanti mi hanno dato suggerimenti. Alcuni hanno funzionato, alcuni no. Ognuno deve sviluppare la sua propria tecnica, ma un bel suono è un bel suono in tutto il mondo. Se suoni intonato, lo sarai in tutto il mondo. Il ritmo rimane lo stesso in Spagna, in Italia, in Germania o negli USA. Si può risparmiare un sacco di tempo per le labbra, cantando i brani nella maniera giusta. Anche con il giusto ritmo. Dobbiamo essere responsabili dei nostri problemi. Nella mia evoluzione, se vogliamo chiamarla così, ho ascoltato me stesso e gli altri. Forse ho copiato qualcun altro, ma quando copiamo qualcuno dobbiamo mescolare il tutto con le nostre stesse qualità, in modo che quello che abbiamo copiato e imparato diventi parte di noi. Quando ho vinto il concorso a Montreal ho cominciato a preparare il concorso a New York. Ogni giorno suonavo, registravo e ascoltavo 3 o 4 passi d'orchestra. Questo ha innescato un processo scientifico e mentale. Questo è anche l'unico modo in cui puoi sapere come stai suonando e ti permetterà di decidere se stai suonando alla grande oppure no. Ma avrai anche modo di decidere cosa intendi per "suonare alla grande". Un buon registro basso significa suonare alla grande? Uno staccato di lingua molto veloce significa suonare alla grande? Dovete lavorare su voi stessi. Non continuate a fare sempre le stesse cose. Abbiate il coraggio di cambiare e di reinventare voi stessi. Sarebbe utile avere la flessibilità e la facilità di imparare che è caratteristica dei suonatori giovani. Certe volte mia moglie dice: "Bisogna pensare, prima di parlare". Lo stesso vale per il trombone: "Dobbiamo pensare prima di suonare". Pensare alla postura, alla respirazione, alla maniera di tenere il trombone. Dobbiamo pensare a tutto quello che ci permette di avere il miglior risultato. Quando suoni devi essere corretto, con una tecnica corretta. Se insegni non puoi suonare davanti ai tuoi allievi facendo delle cose "strane", dicendo: "Questo mi aiuta a suonare" ma non avendo giustificazioni per queste "stranezze". Non cercate di inventare la vostra propria tecnica personale. Quando suoniamo dobbiamo fare solo le cose strettamente necessarie, senza aggiungere tensioni o energia, che andrebbero disperse inutilmente e che danneggerebbero il risultato finale. Quando siete a casa a studiare, mettete giù il trombone e pensate. Non suonate e basta. Fate qualcosa di intelligente per il vostro suonare, non continuate a suonare ostinatamente.

Studiare con il bocchino può aiutare ma per me non è una grande soluzione. La soluzione è rendersi conto quando il suono è buono. Suonare senza il bocchino o senza l'anello è così lontano dal suonare il trombone che, secondo me, non può essere utile. C'è il pericolo che la "memoria muscolare" sia fortemente sbagliata. Anche suonare con il bocchino tende a formare una memoria sbagliata. Non bisogna farlo per molto tempo. Una volta, andando con l'auto da una località all'altra della Florida insieme a Michael Mulcahy, ho suonato quasi tre ore con il solo bocchino. Quando siamo arrivati e ho preso il trombone, non riuscivo a suonare. Ho impiegato un'ora e mezza per rimettermi a posto. Invece Mulcahy non aveva problemi, forse perché è abituato a farlo. Anche usare una sordina da studio è molto pericoloso. Meglio usarla per pochi secondi. Anche in questo caso c'è il pericolo di memorizzare una posizione muscolare sbagliata.

Suonando il Bordogni, qualunque sia il registro, dobbiamo sempre fare musica. Il risultato deve essere musicale, indipendentemente dall'ottava in cui stiamo suonando. Suonando il registro acuto dobbiamo esercitare una tecnica "classica" e corretta. Certe volte possiamo aver bisogno di alcuni micro aggiustamenti dell'imboccatura per avere più suono, o più sicurezza, negli acuti. Certe volte abbiamo bisogno di un grande suono nelle note acute. Una volta capito questo, dobbiamo studiare il registro acuto nel forte, magari chiudendoci in una stanza a studiare gli acuti forte, senza paura di sbagliare. Ho imparato questo concetto da Glenn Dodson. Lui era il Primo Trombone con meno paura di sbagliare che ho mai conosciuto. Sbagliava pochissimo, ma non perché si preoccupava di questo, la cosa importante era "Suonare alla grande".

Certe volte le audizioni si svolgono in una sala più piccola di una sala da concerto. Tu devi "suonare" la stanza in cui ti trovi. Suonando i passi d'orchestra dobbiamo tenere conto del fatto che siamo da soli. Non possiamo suonare come se fossimo in orchestra. La dinamica e lo stile devono essere adatti al suonare da soli. Spesso dobbiamo esagerare lo stile in modo che sia sufficientemente evidente per chi ascolta. Se ti presenti ad un'audizione con un buon suono, buon ritmo e intonazione perfetta, puoi anche fare qualcosa di "strano" a livello di vibrato o di scelte musicali. Ma non c'è cosa peggiore che presentarsi ad un'audizione senza le cose fondamentali e fare anche qualcosa di strano a livello musicale. Se suoni bene e in un maniera musicale, non è poi così importante se fai una battuta legata o staccata. Puoi anche cambiare qualcosa se il risultato finale rimane bello.

Nel suono di tutti, me compreso, c'è un po' di sporco, ma se vai a distanza non lo sentirai più. Se metti un microfono vicino alla campana lo sentirai, ma non è una cosa per cui preoccuparsi. Questo non significa che il suono può essere sporco. Quando sei nervoso devi comunque fare un buon suono. Devi usare la tua esperienza e il tuo sapere. Dobbiamo essere consapevoli del suono che vogliamo avere dallo strumento e usare il nostro corpo per produrre questo suono. Qualcuno dice: questo è il mio suono e non posso farci niente. Non è così! Quando suoniamo forte dobbiamo rimanere più rilassati possibile. Se non ci sono tensioni il suono sarà migliore. Un'idea potrebbe essere quella di cercare di produrre una colonna d'aria grande ma non veloce. Soffiare più aria ma stando attenti a non soffiare troppo velocemente. Non sconfinare! Quando parliamo di dinamica ognuno ha il suo terreno di gioco e non dobbiamo uscire dal nostro campo. Quando abbiamo un crescendo dobbiamo gestirlo bene: quando cominciare e quanto crescere sono componenti importanti. Quando suoniamo forte è molto importante avere dei colori. Non suonare tutto con lo stesso suono. Cercate di non essere un toro in un negozio di porcellane cinesi. Non possiamo avere solo rosso e verde. Abbiamo bisogno di tanti altri colori. Dobbiamo avere una chiara visione del "troppo": quando le attese in una cadenza sono troppo lunghe, oppure quando una frase è troppo forte. Dobbiamo accorgerci di cosa è troppo.

È importante trovare delle parole chiave. Respirazione. Suono. Musica. Una parola che mi aiuta è "Spazio". Mi piace pensare al suonare in termini di spazio. Ogni brano ha bisogno del suo spazio.

Quando giochi a golf, la cosa più importante è quello che fai prima di colpire la palla. Nel trombone succede spesso la stessa cosa.

Suonare in quartetto è importantissimo. Con il lavoro di trombonisti non abbiamo così tante cose da fare, quindi è importante suonare in quartetto almeno una volta alla settimana.

Suonare in orchestra cambia tutte le regole. Dobbiamo capire se quello che stiamo suonando è interessante oppure no. Spesso suoniamo troppo forte quello che è piano e che non è tematico. Personalmente ritengo che non ci siano abbastanza direttori che curano il piano. Quasi tutti i direttori si accontentano del piano dell'orchestra e inevitabilmente il "Pianissimo" diventa troppo forte, perché mancando la richiesta e l'insistenza del direttore, tutti raggiungono una sonorità comoda, ma che non è un vero pianissimo. Un direttore non dovrebbe mai essere costretto a pregare una sezione di tromboni per avere un piano.

Prima di affrontare i passi d'orchestra è importante che tutto il resto sia a posto. Questo è il motivo per il quale mi piace studiare i passi d'orchestra alla fine della sessione di studio.

Alcune volte, quando la classe della Juilliard suona, io chiedo a qualcuno l'armonia del brano che stanno suonando. Mi deve rispondere senza guardare le altre parti. Se questo risponde sbagliato, o non risponde, io aspetto. E più aspetto e più la tensione cresce. Ma gli studenti sono a scuola per imparare!

L'altezza alla quale suoniamo le note è molto importante. Dobbiamo stare attenti a non "centrare" le note troppo in alto.

Io non voglio vendervi niente, ma questo programma del Computer che vi accompagna con il suono del Pianoforte deve far parte del vostro studio. (Si tratta del Software "Smart Music Studio", un programma sviluppato dalla Coda Music Technology che, attraverso un microfono e un pedale, accompagna lo strumentista, suonando la parte del pianoforte con la possibilità di essere "seguiti" dal computer, come un vero e proprio pianista.) Se esiste della tecnologia, dobbiamo usarla. Ci sono persone che sono vive grazie alla tecnologia, come chi vive con un ByPass al cuore, e anche noi dobbiamo trarne beneficio.

Dobbiamo ricordare i nostri errori. Se faccio un errore lo tengo a mente per almeno tre giorni, in modo da non ripeterlo. Quando studi o suoni devi ricordare i tuoi errori, per non farli ancora. Se una nota era stonata e devi suonarla dopo tre o quattro note, devi aver imparato dall'errore precedente.

Quando insegni devi essere un detective e andare a cercare gli indizi. Quando ascoltate qualcuno dovreste pensare da insegnanti. Quando ascolto qualcuno cerco di capire quali sono le due o tre cose che possono aiutarlo.

Non lasciare mai che lo studente ti guardi mentre sta suonando. Lo studente non deve cercare conferme mentre sta suonando. Deve suonare con convinzione e sicurezza. Poi arriverà il commento dell'insegnante.

La nostra attività principale è suonare in un gruppo. Dobbiamo suonare in tempo, con degli accordi intonati. Se facciamo questo possiamo stare al nostro posto per i prossimi 50 anni. Ma quando suoniamo da soli dobbiamo rompere queste regole! Quando suoniamo un concerto abbiamo più note di tutte quelle che abbiamo suonato in orchestra negli ultimi 3 mesi! Suonare da soli è un'altra cosa. Stare nelle regole fa parte del nostro lavoro ma se suoniamo da soli dobbiamo un po' esagerare le cose, in modo che il risultato sia interessante. Non dobbiamo avere paura di suonare come un solista.

Tutti gli strumentisti ad ottone dovrebbero avere un dittafono (registratore a microcassette). Registrando alla velocità normale e riascoltando con il nastro che gira alla metà possiamo ingigantire la nostra possibilità di ascolto.

Essere nervosi non è una scusa per suonare male. Devi studiare in modo da poter vendere il tuo prodotto. Quando ti senti nervoso devi rompere questa tensione ed uscire fuori. Molti, in caso di tensione, tendono a chiudersi all'interno, mentre invece dobbiamo cercare di uscire fuori.

Quando un passaggio scende nel grave, dico sempre ai miei studenti di pensare in crescendo. Se fai così, probabilmente uscirà lo stesso un diminuendo. Quando andiamo verso il grave è utile pensare di ingrandire il suono.

Studiare del materiale vocale è fondamentale perché permette di muovere bene l'aria. Molti suonatori che hanno problemi con lo strumento o che non riescono più a suonare non hanno lavorato quotidianamente su questo tipo di studio.

Con i giapponesi mi trovo spesso a parlare della grandezza delle aule studio. In Giappone lo spazio costa moltissimo e le stanze sono sempre molto piccole. Però sarebbe fondamentale studiare e suonare in una stanza grande. Quando suoni, anche se suoni piano, devi cercare di riempire la stanza.

Prima di un passaggio veloce possiamo suonare una nota con il miglior suono e poi cercare di mantenere la stessa qualità del suono durante il passaggio veloce. Non sacrificate il suono sulle note veloci. Certe persone usano nelle note veloci metà del suono. Forse è un problema visivo: quando vediamo tutto quel nero tendiamo a suonare di meno. Non sono d'accordo. Quando suono un passaggio veloce cerco di allungare le note.

Non sono d'accordo sull'uso delle posizioni alternative per le note che sono ben udibili.

Don't be a Bone-Head, be a Smart Musician! (Non essere una Testa di Trombone, sii un musicista intelligente!)

Uno dei problemi dei trombonisti è che quando vedono un Forte non capiscono più niente! Spesso il crescendo che porta al forte viene fatto troppo presto. Dobbiamo sempre capire cosa significa "Forte". Un forte di Pergolesi è diverso da un forte della Marcia Ungherese di Berlioz.

Avete presente quando lo Shuttle deve essere lanciato nello spazio? Si esegue un controllo di ogni singolo sistema che compone la navicella. Anche noi abbiamo dei sistemi: il sistema della postura, il sistema della coulisse, il sistema dell'impostazione, il sistema dell'aria, il sistema del ritmo ecc. Spesso questi sistemi devono essere indipendenti dagli altri. Il sistema del ritmo deve essere tenuto separato dagli altri sistemi, ad esempio dal sistema dell'aria o del cantare.

Ogni trombonista basso dovrebbe possedere il libro di Charles Vernon.

Gli esercizi di "Slur" sugli armonici, come Schlossberg, devono essere suonati molto omogenei, senza accenti. Non dobbiamo accettare né movimenti del corpo né movimenti dello strumento. Quando vedo qualcuno che muove la gola mentre fa lo "Slur", ho una conferma che la gola prende parte troppo attivamente al suonare. Non puoi suonare lo strumento usando la gola. Molti strumentisti sono impediti da questa attività della gola.

Lo studio cromatico è importantissimo. Dobbiamo suonare delle scale cromatiche ogni giorno, facendo attenzione che nel punto in cui la coulisse deve saltare ad un'altra serie di armonici

non ci siano accenti o "scossoni" nel ritmo.

Quando suoniamo piano non dobbiamo stringere, strizzare o aggiungere la tensione. Dobbiamo rilassarci, invece che aumentare la tensione. Quando l'aria sta finendo succede spesso che la reazione sia quella di "chiudere", con il risultato che il suono si schiaccia o diventa nasale.

Battere il piede è da studenti, tranne nel mondo del jazz.

La sezione dei miei sogni è quella che ascolta di più. Quando mi siedo con qualcuno e ci suono insieme, ascolto come questa persona ascolta. Se non ascolta bene, non ho interesse ad andare avanti.

Ognuno deve giocare nel proprio campo. Nel nostro campo, con le nostre possibilità fisiche e musicali, dobbiamo confezionare un prodotto finito che sia piacevole.

Suonare senza spartito, sviluppando la musica che si ha in testa, è necessario e fondamentale.

In certi punti nei quali vogliamo risparmiare aria, un legato di lingua al posto di un legato naturale può aiutarci a questo scopo.

Ognuno di noi è chiuso nella sua conchiglia. Certe volte dobbiamo uscire dalla nostra conchiglia e mostrare qualcosa di noi stessi.

Negli ultimi anni in America si sta parlando di Distonia Muscolare. Alcuni strumentisti d'ottoni in America stanno avendo molti problemi con questa malattia. Sembra che la causa sia un uso eccessivo e volontario dei muscoli, spesso usati l'uno contro l'altro.

Studiando un brano è importante dividerlo in parti. Quando studiamo le parti che lo compongono dobbiamo stare molto attenti ad avere buona memoria per le cose da mettere a posto. Se sappiamo che c'è un problema di ritmo dobbiamo fissarlo e poi tenerlo a posto durante il brano.

Mi piace molto ascoltare cosa fa la gente quando tira su lo strumento, è interessante. Però vorrei sentire un bel suono e qualcosa di musicale.

Quando c'è la figurazione dell'ottavo con il punto nel legato

può essere utile usare l'articolazione di lingua su tutte le note, evitando lo "Slur".

Certe volte è utile studiare i Bordogni senza vibrato, suonando "dritto". Se ci sono dei problemi di qualità del suono o problemi d'intonazione è meglio non aggiungere anche il vibrato. Glenn Dodson diceva: "Non aggiungere il vibrato alla merda!"

Per aiutare il senso del ritmo possiamo cantare i brani e aggiungere un battito delle mani in ogni impulso ritmico che rimane vuoto:

Dobbiamo cantare. Molti strumentisti della New York Philharmonic cantano durante lo studio. Non dobbiamo vergognarci di cantare se questo ci serve a suonare meglio.

Questa è probabilmente la cosa più importante: studiate ogni giorno il Bordogni in vari registri e suonatelo con una qualità grandiosa.

Ogni giorno dobbiamo usare ed esercitare sia la sesta posizione che la ritorta. Non dobbiamo favorire una delle due possibilità, perché possiamo avere bisogno di tutte e due le posizioni.

Potremmo, o forse dovremmo, includere delle melodie nel nostro riscaldamento. Suonare lo strumento deve essere molto simile a cantare e questo è un buon modo per capirlo.

Il Bordogni è un campo sul quale sviluppare e dimostrare la nostra maestria, la nostra capacità di essere artisti. Spesso corriamo il rischio di suonare il Bordogni in maniera troppo elementare. Stiamo però sempre attenti a non strasuonare, perdendo la correttezza tecnica.

La coulisse, nel legato, deve muoversi appena prima della nota. In una situazione immaginaria, dove 1 è la prima nota e 2 è la seconda nota, la coulisse deve muoversi nel punto A.

Nello staccato invece la coulisse deve muoversi appena finita la nota. in modo da arrivare prima possibile nella posizione dove suoneremo la nota successiva.

Emissione dell'aria
Quando abbiamo degli intervalli verso l'acuto, dobbiamo suonare e soffiare dalla nota di sotto. La nota inferiore è la base. Immaginate l'atleta del salto in lungo: può saltare solo se utilizza la rincorsa. La nostra rincorsa sono le note che precedono l'acuto. Utilizziamo questa idea per non arrestare l'aria nel momento che precede l'acuto.

È importante suonare molto Bordogni, ma nel modo giusto. Il modo giusto è quello dove l'aria rimane in movimento.

Nel legato dobbiamo pensare il suono "fra" le note. Soffiare "attraverso" le note e non "alle" note. Quando nel Bordogni la linea melodica ha molti intervalli

l'aria può procedere per tentativi. A quel punto dobbiamo impegnarci ad avere un flusso d'aria ancora più omogeneo. Dobbiamo soffiare attraverso gli intervalli.

Mi piace pensare all'aria e alla lingua in termini di percentuale. Per certe cose possiamo avere il 70% d'aria e il 30% di lingua. Magari suonando la stessa cosa con il pianoforte possiamo cambiare la percentuale in 60% aria e 40% lingua. Questa percentuale non è reale, serve solo a immaginare questa cosa e a chiarirla nella testa.

Avere una direzione della frase, sapendo su quale nota vuoi andare, serve a promuovere un buon flusso d'aria. Se non sai dove vuoi andare con la frase, anche l'aria non si muoverà nella maniera giusta. Io credo che il flusso dell'aria non possa essere uniforme e regolare mentre il corpo è impegnato a muoversi, per esempio per dirigere il tempo con lo strumento.

La buona gestione dell'aria è fondamentale. Puoi immaginare di essere alla guida di un'auto e di dover salire un colle, al di là del quale puoi fare nuovamente benzina. Suonare una frase è un po' così: devi sapere quanta energia ti serve per arrivare a quel dato punto, che ti permetterà poi di finire la frase nel modo giusto.

Fraseggio
La chiave per essere musicisti è capire l'armonia e sapere dov'è che l'armonia sta andando. Se non capisci questo, non puoi essere un musicista. Nel mondo i trombonisti stanno diventando dei buoni "operatori" dello strumento e l'aspetto che manca di più è quello della musicalità. Suonando una frase devi andare verso il traguardo. Quando suoni, tutto quello che fai deve raccontare una storia. Non pensare al trombone, pensa alla musica. Quando un passaggio passa da maggiore a minore, o viceversa, è buona regola usare due colori del suono diversi, oppure due dinamiche diverse. Non suonare mai una cosa due volte nello stesso modo. Se la frase si ripete in maniera uguale, noi possiamo trarne vantaggio non suonando in maniera identica, ma facendo qualcosa di diverso. Molte volte possiamo descrivere uno stile o una melodia anche solo con gli aggettivi "Maschile" e "Femminile". Questo può aiutarci a curare maggiormente lo stile. Stile è una parola importante: con questa parola puoi fissare dieci problemi. Quando la musica è una danza, non devi avere i piedi piatti.

Il vibrato è come un condimento, deve rendere la frase più interessante e quindi dobbiamo capire e scegliere dove e come farlo. Il vibrato deve essere imparato prima di mascella e poi di coulisse. Prima di usare il vibrato di coulisse dobbiamo saper usare regolarmente il vibrato di mascella nel Bordogni. Facendo il vibrato con la coulisse dobbiamo fare attenzione a non andare solo in una direzione. Il vibrato deve essere uniforme. Un'altra caratteristica del vibrato di coulisse che deve sempre essere considerata è la larghezza del vibrato. Certe volte, specialmente in un grande diminuendo, si può prendere in considerazione di non vibrare. Nel registro acuto, a causa di tutti muscoli coinvolti, il vibrato può aver bisogno di un maggiore movimento della mascella.

Fate attenzione quando sulla musica c'è scritto "Maestoso" perché questa è un'indicazione importante. Non deve essere rapido, ma maestoso.

Quando suono e devo decidere un qualcosa di musicale, mi rifaccio sempre alla voce umana e alla possibilità di cantare quello che devo suonare.

Spesso le frasi sono più lunghe di quello che sembrano. Molte volte la frase è composta da semi-frasi e non dobbiamo suonare a frammenti. Non pensare nota per nota. La magia avviene quando riusciamo a non pensare alle singole note e a considerare delle unità di misura più grandi.

Certe volte dobbiamo alleggerire la tensione di alcune note

per favorire il fraseggio.

Imboccatura
Un problema abbastanza comune dei trombonisti è quello di tenere le labbra troppo aperte. Un suono bello e grande non nasce da una grande apertura delle labbra ma da una buona vibrazione. Certe volte, tenendo presente che il risultato da cercare è quello di un buon suono con lo strumento, possiamo provare a studiare con il bocchino usando un suono molto piccolo, stando attenti a tenere le labbra ben unite. Tenere le labbra unite, che non significa schiacciarle l'una contro l'altra, è fondamentale. Provate a pronunciare la lettera "MMMMM". Le labbra stanno insieme e quando suoni puoi stare più rilassato.

Non perdere la forza degli angoli nelle note basse, anche nelle note molto basse. Non gonfiare le guance! Oltre ad essere un problema per l'imboccatura per gonfiare le guance dobbiamo sempre chiudere un po' la gola.

Intonazione
Il tema del Seminar potrebbe essere: l'intonazione. Il punto di origine del problema è che si suona toccando la campana con le dita. In questo Seminar non è permesso toccare la campana con le dita!!! Non toccare mai la campana!!! Io odio questa cosa, è una delle cose peggiori! È infantile! Non ho mai conosciuto un trombonista che tocca la campana e che ha una grande intonazione.

Nel Trombone ci sono delle note più problematiche di altre:

Se mi chiedete quali sono le note più stonate del trombone vi dirò il Fa e il Mi naturale, poi il Mi b. Queste sono le note più stonate quando ascolto i trombonisti.

Per l'intonazione dobbiamo considerare: 1) i problemi dello strumento; 2) le relazioni armoniche; 3) le relazioni fra gli intervalli. Dobbiamo veramente prendere coscienza di questi problemi.

1) - Non dobbiamo mai dimenticare le posizioni della coulisse che sono stonate e che devono essere corrette.

- La quinta posizione è la più difficile da intonare. Già da bambini non sappiamo come descriverla. Dobbiamo essere consapevoli di questa difficoltà e stare molto attenti.

2) - Per curare l'intonazione dobbiamo curare le relazioni fra le note e per fare questo abbiamo bisogno di una "nota di casa" o "nota di riferimento".

- Anche capire e suonare l'arpeggio della tonalità che stiamo suonando è utile a correggere l'intonazione.

- Quando lavoriamo sull'intonazione è utile suonare i passaggi togliendo le note di passaggio e lasciando le note di riferimento:

3) - Per avere maggiore sensibilità verso gli intervalli possiamo studiare delle scale e degli intervalli, abbastanza lentamente.

L'intonazione deve essere giusta. Non ci sono regole. Ci si può esercitare suonando duetti con noi stessi, registrando una parte e suonando l'altra. Dentro di te, nell'orecchio, devi sempre avere dei riferimenti. Lavorare sull'intonazione è un lavoro tedioso, per niente piacevole, ma devi farlo.

C'è solo una ragione per la cattiva intonazione: le nostre orecchie. In ogni caso, se le tue orecchie funzionano, puoi usare la coulisse per correggere l'intonazione. Questo è uno dei motivi per cui la coulisse deve muoversi con facilità. Se la coulisse non funziona bene non puoi suonare bene.

Normalmente i suonatori pensano di non avere problemi d'intonazione. E questo è il motivo per cui hanno una cattiva intonazione. Quando facciamo un'audizione, o un concerto, dobbiamo avere un'intonazione perfetta. Se una nota ogni dieci è stonata, non è accettabile.

Quando intoni con il Pianoforte devi avere un accordo pieno e forte. Non è possibile intonare se il pianoforte suona piano una sola nota. Quando intoni devi suonare una nota buona. Non puoi intonare mentre "cerchi" di produrre il suono. Quando devi intonarti con un altro strumento può essere utile non suonare insieme, ma suonare prima uno e poi l'altro.

L'intonatore è utile per accordare degli strumenti, come ad esempio una sezione, oppure per comprare uno strumento, oppure quando cambi qualcosa nello strumento. Ma non è un buon modo per allenare le orecchie e per suonare intonati. Un altro uso dell'accordatore può essere quello di assicurarsi che l'intonazione non cambi durante un diminuendo o un crescendo.

Se l'intonazione diventa alta è bene accertarsi che questo non dipenda dall'eccessiva chiusura della cavità orale.

L'intonazione è musica. Fa parte della tua abilità di musicista.

Postura e movimenti del corpo
È importante che anche nella maniera in cui teniamo lo strumento non ci siano tensioni.

Lo stile della musica che stai suonando può influenzare il comportamento fisico, ma devi fare in modo che non succeda. Certe volte vogliamo che quello che stiamo suonando sia eccitante, ma quello che otteniamo è che il corpo diventa troppo eccitato e quindi teso. L'eccitazione deve venire dalla mente, non dal corpo. Suonando della musica dove le frasi sono molto frammentate, il comportamento fisico dovrebbe essere lo stesso di quando suoniamo una melodia.

Il movimento della coulisse deve essere isolato e indipendente dal movimento dell'aria. Si può fare un esercizio, muovendo la mano destra (anche nervosamente) e soffiando contemporaneamente in maniera liscia e costante. Una buona maniera di tenere il braccio e di impugnare la coulisse ti permette un "collegamento diretto" tra il ritmo che hai nella testa e il reale movimento della coulisse.

Quando suono cerco di avere la migliore postura possibile e questo significa stare ben piantato sui due piedi, guardando dritto di fronte a me.

Se stai studiando e ti senti in affanno con quello che stai suonando, forse devi smettere per qualche secondo, rilassarti, annullare tutte le tensioni e ricominciare a suonare. Fare un RESET.

Respirazione
Respirare è lo specchio del suonare. Una buona maniera di respirare è quella che si usa dal dottore. Senza tensioni e senza rumori. Come quando fai un sospiro. La mia idea riguardo alla respirazione è cambiata negli anni. Mi piace molto lavorare sulla respirazione senza lo strumento. Questo perché quando prendiamo lo strumento in mano abbiamo la tendenza a innescare della tensione. Per molti strumentisti può essere utile sdraiarsi, per terra o su un tavolo o su un letto, respirando in maniera profonda e permettendo all'aria di creare un'espansione del busto. Spesso, quando siamo in piedi con lo strumento in mano, respiriamo in maniera molto diversa da quella che utilizziamo naturalmente quando siamo sdraiati. Lavorando su un nuovo comportamento, come ad esempio respirare in una maniera diversa dal nostro solito, possiamo aver bisogno di un po' tempo per "fissare" il nuovo comportamento. In questo caso possiamo prenderci il tempo necessario, ad esempio facendo una piccola fermata per respirare al meglio possibile, senza avere la preoccupazione di respirare a tempo. Ognuno di noi deve pagare il tributo alla respirazione. Non credo che prendere il trombone e suonare, senza pensare alle cose relative alla respirazione, possa funzionare.

Prendere fiato è come spendere dei soldi. Hai 100 dollari e ogni volta che prendi fiato spendi del denaro. Devi farlo solo quando c'è il valore. Devi acquistare qualcosa. Per trovare il punto dove respirare dobbiamo considerare la musica e la frase, e una volta deciso dove vale la pena di respirare dobbiamo scrivere il respiro sulla parte. Se studi un brano da suonare in pubblico o per il tuo insegnante devi aver considerato dove sono i migliori fiati, tecnicamente e musicalmente. Cerchiamo di non avere troppi respiri, perché può disturbare lo scorrere della frase. In certi brani un po' squadrati, c'è il rischio di respirare sempre nello stesso punto e di rendere monotono il brano. Quando c'è una nota legata (legatura di valore)

si crea molta energia ed è meglio non respirare subito dopo una nota legata.

Dobbiamo fare in modo che il respiro "incontri" la melodia. Magari aggiustando un po' il valore della nota precedente, oppure aggiustando un pochino il tempo. Quando dobbiamo respirare è importante togliere tensione dalla nota che precede il respiro. Il respiro non deve distruggere la melodia, così come non deve catturare troppo l'attenzione dell'ascoltatore.

Non capisco perché tante persone aprono così tanto la bocca per respirare. È sufficiente aprire gli angoli delle labbra. Togliere il bocchino dalle labbra per respirare crea sempre molte tensioni. Spesso chi lo fa non ne è consapevole, ma bisogna accorgersi del problema. Aprire molto la bocca significa quasi sempre mettere in funzione la gola. Su questo argomento è facile sbagliarsi: fare rumore con la gola non significa respirare molto e in maniera libera. Quando facciamo gli esercizi di respirazione con il bocchino appoggiato sulle labbra, il peso del bocchino sui denti deve quasi essere maggiore durante il respiro, in modo che l'impostazione rimanga la stessa e nella stessa posizione.

Quando suoniamo, non tutti i respiri possono essere dei "respiri principali". Dobbiamo imparare ad usare i "respiri ausiliari". Dipendentemente dalla frase dobbiamo capire e decidere se usare un "fiato principale" oppure un "fiato ausiliario". Lo SNIFF (respiro breve) deve essere esercitato. Molte volte è importante saper prendere fiato in pochissimo tempo. Si può esercitare lo SNIFF sulla stessa nota lunga.

Non mi trovo d'accordo con alcuni fiati che Johannes Rochut ha scritto sui vocalizzi di Marco Bordogni.


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