Ansia e panico, alcune considerazioni
Neurobiologia - Panico da CO²
Chiarito il modo in cui l'anidride carbonica scatena attacchi di panico e di ansia
Respirare anidride carbonica può accrescere
notevolmente gli stati di ansia e di paura, fino a scatenare veri
e propri attacchi di panico. Il fenomeno era noto ai neurologi e
agli psichiatri già dall'inizio del Novecento, ma il meccanismo
biologico che regola questa reazione era rimasto misterioso fino
a oggi.
Ora però un gruppo di ricerca dell'Università dell'Iowa,
guidato nal neuroscienziato Adam E. Ziemann, ha scoperto che il
processo con cui l'anidride carbonica agisce sul sistema nervoso
è regolato da una specifica proteina indicata con la sigla ASIC1a
(acid-sensing ion channel 1a). Questa
proteina è particolarmente abbondante nell'amigdala, regione del
cervello che fa parte del sistema limbico, cioè di quell'insieme
di strutture encefaliche che regolano gli stati psichici
superiori, come le emozioni e il comportamento. In particolare,
numerosi studi ormai hanno dimostrato che l'amigdala è implicata
direttamente nella gestione del panico e degli stati ansiosi.
Grazie a studi su topi di laboratorio, gli scienziati dell'università
statunitense hanno osservato che l'amigdala ASIC1a si attiva in
risposta all'aumento dell'acidità dell'ambiente cerebrale,
provocando comportamenti tipici della paura. Al contrario,
bloccando l'attività della proteina questi comportamenti non si
manifestano. Visto che l'inalazione di anidride carbonica aumenta
in modo sostanziale l'acidità dell'ambiente cerebrale, e quindi
attiva ASIC1a, sembrerebbe spiegata la correlazione tra questa
molecola e gli attacchi di panico. Secondo i ricercatori, la
scoperta potrebbe anche fornire un'interpretazione valida dell'idea
per cui il controllo del respiro con opportuni esercizi abbia
effetti anti-ansia. Il prossimo impegno dei neuroscienziati sarà
testare gli effetti di ASIC1a sul cervello umano, in particolare
in soggetti sofferenti di disturbi comportamentali legati a stati
di ansia e attacchi di panico.
Oltre che aprire nuove strade in campo terapeutico, lo studio ha
anche un altro aspetto importante: sembra dimostrare che l'evoluzione
abbia dotato l'organismo di un sensibilissimo "rilevatore"
di pericoli esterni come l'anidride carbonica, potenzialmente
letale. Un sensore in grado di attivare efficaci reazioni di
difesa, come la paura, in tempi brevissimi. I risultati della
ricerca sono stati pubblicati su "Cell".
Marina Semiglia
(PDF di un articolo in inglese tratto da EurekAlert)