La musica secondo... Håkan Hardenberger
La tromba suona, generalmente, dal fondo dell'orchestra. Ma,
come strumento solista, alla fine degli anni Ottanta sta
conoscendo una rinascita che deve sorprendere i più ardenti
appassionati di ottoni. Il musicista francese Maurice André ha
tenuto in vita le aspirazioni della tromba solista durante gli
ultimi vent'anni su disco, ma attualmente ci sono due notevoli
giovani artisti di questo strumento, la cui preparazione musicale
a stento potrebbe essere più differente: Wynton Marsalis, che si
è adoperato così tanto ultimamente per rendere popolare la
tromba, con i suoi gusti eclettici e contrastanti, e il
ventisettenne svedese Håkan Hardenberger. Fin dal suo debutto ai
Concerti Henry Wood Promenade nel 1985 - con la prima mondiale di
un Concerto di Gordon Crosse scritto per lui - Hardenberger è
diventato uno dei più ricercati giovani solisti provenienti dai
paesi scandinavi, così altamente musicali. Egli ha già un
contratto esclusivo con la Philips ed ha in progetto di
registrare un ambizioso ed arcano repertorio con lo scopo di
convincere il mondo dei pregi della più sconosciuta musica per
tromba. Con il suo primo album ha fatto uscire il più celebre
dei Concerti per tromba, quello in mi bemolle di Haydn, accostato
ad alcuni attraenti ed in pratica sconosciuti lavori di Hummel,
Hertel e Johan Stamitz [Philips 420 203-2].
Hardenberger proviene da Malmo, città nel sud della Svezia, e
racconta di aver scoperto il proprio entusiasmo per la musica
quando il padre gli regalò una vecchia tromba 'come divertente
dono natalizio', quand'egli aveva appena otto anni. Da quando
intraprese seriamente lo studio dello strumento nell'adolescenza,
tuttavia, i suoi studi lo portarono a viaggiare in lungo ed in
largo, a Parigi per lavorare con Pierre Thibaud e a Los Angeles,
dove ha studiato con Thomas Stevens, prima tromba della Los
Angeles Philharmonic. Ma fin dall'inizio aveva deciso per una
carriera da solista, piuttosto che orchestrale.
«Tutti quelli con i quali mi capitava di parlare quando studiavo
mi dicevano che devi lavorare in un'orchestra per fare esperienza,
ma, da quanto ho potuto constatare, l'esperienza che ti fai, non
sempre è quella che vorresti! La vita musicale può talvolta
essere distruttiva: devi fare una prova, tenere un concerto -
spesso di brani che non ti piace eseguire. Io volevo sviluppare
il mio modo di suonare, migliorare ed avere il tempo di
esercitarmi e produrmi in concerto per comunicare con la gente».
Nel mondo musicale commercialmente motivato di oggi Hardenberger
porta una rinfrescante nota idealista. Egli è ansioso di
esplorare tutti i campi primari del repertorio romantico e
contemporaneo, evitati dai musicisti più giovani nel tentativo
di costruire una 'carriera' basata sulla musica che essi
ritengono il pubblico desideri ascoltare. Hardenberger considera
un dovere, nei confronti del suo strumento e di se stesso,
guidare il gusto del pubblico.
«I musicisti attualmente hanno due alternative o direzioni
fondamentali verso cui indirizzare la propria vita. Possono
eseguire senza fine l'Ouverture 1812 o la Nona di Beethoven in
concerti dove la gente si addormenta, o suonare pezzi in cui
credono con orgoglio ed impegno. Sono sicuro che il pubblico li
seguirà»
Si lamenta della difficoltà che ha incontrato nel convincere gli
impresari dei meriti del repertorio da concerto per tromba e
pianoforte del diciannovesimo e ventesimo secolo. «'Tromba e
pianoforte!' esclamano, 'che roba è?'. Ma c'è un insieme
sostanziale di musica che inizia nel 1905 con Georges Enescu. C'è
molta musica francese, una grande Sonata di Hindemith - musica
molto, molto buona - ed una meravigliosa Suite per tromba e
pianoforte di Florent Schmitt, la cui musica è trascurata, io
credo, per ragioni politiche. Egli fu favorevole ai tedeschi
quando ciò era piuttosto fuori moda». Hardenberger si
entusiasma, pure, per le opere di Honegger, Francaix e Glazunov
che rimangono un mistero per la maggior parte del pubblico
moderno. Egli spera di ottenere l'appoggio della Philips nella
diffusione di valide novità.
È nell'area della musica contemporanea, tuttavia, che il potere
di persuasione di Hardenberger sembra riscuotere i più
consistenti risultati. Pare infatti che abbia deciso di
mantenersi su di una linea risolutamente dura, a questo proposito,
quando discuteva il contratto del suo disco. Se la Philips voleva
il suo Haydn ed il suo Hummel, doveva anche accettare il suo
Bernd Alois Zimmermann.
«Il concerto di Zimmermann» dice Hardenberger, «fu scritto nel
1954, e il numero di volte in cui è stato eseguito da allora si
può contare sulle dieci dita. Zimmermann è un compositore
maggiore e si tratta di un pezzo fantastico, ma nessuno lo
conosce. È costoso da allestire, perché l'orchestra ha parti
per cinque sassofoni, chitarra elettrica, organo Hammond e cose
del genere».
Non gli basta, comunque, far rivivere quelli che egli considera
moderni classici. Fino ad oggi, l'elenco di pezzi che ha o aveva
commissionato per sé è impressionante per un giovane della sua
età: il Concerto di Crosse, ricordato prima, John
McCabe, la musica di due compositori svedesi contemporanei, Jan
Sandstrom e Folke Rabe, ed il 'concerto' di Harrison Birtwistle
per tromba, ventiquattro archi solisti e vibrafono, Endless
Parade, una commissione a Paul Sacher, della quale
Hardenberger stava per tenere la prima esecuzione britannica
quando gli parlai nel gennaio scorso. Fu un grandissimo successo
ed egli vuole incidere il brano. Se sia questa anche l'intenzione
della Philips, resta da vedere...
«Sono anche riuscito ad ottenere un pezzo da Ligeti. C'era un'esecuzione
in concerto della sua opera, Le Grand Macabre, a Vienna,
ed il soprano di coloratura che doveva cantare nella parte del
Capo della Polizia Segreta (un ruolo praticamente senza parole)
si ammalò tre giorni prima della rappresentazione e non poterono
trovare un sostituto. Così fui chiamato a fare quella parte alla
tromba! A Ligeti piacque la mia interpretazione e volle scrivere
un pezzo per me - ma ha così tante commissioni per i prossimi
trent'anni, così ha composto un pezzo da camera per me, dalla
musica dell'opera. Ho un elenco di altre vittime cui intendo
rivolgermi per ottenere nuovi lavori: mi piacerebbe un pezzo di
Lutoslawski, uno di Schnittke...»
Hardenberger mira in alto, ma l'intensità del suo suono e la
vivacità tecnica possono servire come ampio incoraggiamento per
i compositori a riscoprire le virtù dimenticate della tromba
solista. Come Hardenberger giustamente afferma, solo perché i
trombettisti non hanno Beethoven e Brahms, si dice che non
abbiano repertorio. Il giovane musicista svedese ha intenzione di
provare il contrario.
Hugh Canning (da un intervista del 1988)