Biografie di Artisti (H)


Holst, Gustav Theodore
Howard, Burt


Gustav Theodore Holst
(propr. Gustavus Theodore von Holst), compositore inglese. Nato il 21 settembre 1874 a Cheltenham, morto a Londra il 25 Maggio 1934.
Primo dei due figli di Adolph e Clara von Holst, famiglia di origine svedese. Il padre era un abile pianista, che dava lezioni di pianoforte e che studiava molte ore al giorno, abbastanza da far sentire trascurati sia la moglie sia i figli. Un loro antenato era stato Compositore di Corte in Russia, fino a quando non cadde in disgrazia e riparò in Germania. Poco dopo la famiglia emigrò in Inghilterra. Clara incontrò Adolph mentre era una sua studente di pianoforte. La tris-nonna di Clara veniva dalla Spagna, dove era stata attrice. Si sposò giovanissima con un irlandese e si trasferì in Irlanda. Clara era una persona gentile, dolce e senza pretese, ma non era molto forte. Morì poco dopo la nascita della seconda figlia, quando Gustav aveva otto anni.
Era un bambino ipersensibile e abbastanza infelice. I suoi occhi erano deboli, ma nessuno capì che aveva bisogno degli occhiali. Anche il suo torace era debole, ma nessuno si preoccupò della sua asma, nonostante dovesse riposarsi quando saliva le scale. In gioventù Gustav odiava studiare il violino, ma gli piaceva il pianoforte, che cominciò a studiare sotto la guida del padre appena le dita arrivarono alla tastiera.
Nel 1885 Adolph sposò un'altra delle sue allieve, Mary Thorley Stone, e Gustav fu mandato alla Cheltenham Grammar School. Suo padre era determinato a farne un buon pianista, ma già in gioventù Gustav aveva problemi con una nevrite al braccio destro (malattia che lo afflisse per tutta la vita). Questo fece in modo che le lunghe ore di studio sulla tastiera fossero per lui un vero sforzo. Crescendo si interessò alla composizione, ma non riuscì ad avere una borsa di studio né al Royal College of Music né in altri college di Londra.
Ebbe il suo primo incarico professionale nel 1893, quando lavorò come organista a Wick Rissington, un piccolo villaggio del Cotswold (nella contea del Gloucestershire, a circa 10 km da Cheltenham). Poco dopo divenne organista e maestro del coro della Società Corale a Bourton-on-the-Water. Queste esperienze giovanili aiutarono il giovane compositore a capire la scrittura per il coro. La musica corale e la tradizione corale inglese rimarranno importanti per tutto il resto della sua vita.
Nel 1892, ispirato dalla musica di Arthur Sullivan, aveva già scritto un operetta in due atti, chiamata Lansdown Castle, che fu prodotta al Cheltenham Corn Exchange l'anno seguente. Nonostante la musica mostrasse delle chiare influenze di Sullivan, l'esecuzione fu un grande successo di critica e di pubblico. Il padre rimase sufficientemente impressionato da farsi prestare dei soldi per mandare il figlio al Royal College of Music con una iscrizione regolare.
Al College, Holst studiò composizione con Charles Stanford. Nonostante avesse spesso delle divergenze sulle opinioni di Stanford, Holst gli fu grato per tutta la vita, specialmente per avergli insegnato a diventare il critico di se stesso.
Un anno prima di frequentare il Royal College of Music, Holst aveva ascoltato il Crepuscolo degli Dei di Richard Wagner, sotto la direzione di Gustav Mahler, rappresentato al Covent Garden ed era rimasto sconvolto dalle sontuose sonorità wagneriane. Incoraggiato dall'amicizia di un compagno di college, Fritz Hart, Holst divenne un wagneriano entusiasta. Una volta, dopo aver ascoltato Tristano e Isotta in loggione, camminò tutta la notte per le strade di Londra, in pieno stato confusionale.
Un'altra esperienza sconvolgente fu ascoltare la Messa in SI minore di Bach, al Three Choirs Festival di Worchester nel 1893. Fu così sconvolto dai cori da avere l'impressione di volare sopra la gente. Fu uno dei pochi eventi musicalmente memorabili della sua gioventù. I crampi alla mano destra causati dalla nevrite gli tolsero ogni illusione di avere un futuro davanti ad una tastiera. Gli era impossibile studiare a lungo e ciò lo costrinse a capire che non poteva mantenere a lungo la sua tecnica.
Decise allora di prendere il trombone, strumento che gli permise di suonare in alcune orchestre e di guadagnare uno stipendio. L'esperienza gli fu utile anche per la composizione e forse pensò che suonare il trombone lo avrebbe aiutato a rinforzare il suo torace e i suoi polmoni.
Già da quando era studente, Holst fu molto frugale. Non ha mai fumato né bevuto. Da quando lasciò la casa paterna divenne anche strettamente vegetariano, anche se non era facile esserlo nella sua modesta condizione negli anni 90. Dal momento che non ebbe mai dei pasti completamenti nutrienti, la sua vista divenne ancora più debole ed ebbe continui dolori alla mano. Ma nonostante le sue malattie ed il fatto che fosse una persona estremamente timida e solitaria, mostrò sempre un appassionante interesse per gli altri. Odiò il conformismo e fu sempre felice di ciò che trovava fantastico o umoristico. Gli piaceva ridere.
Gustav Holst era magro e anemico ma i suoi movimenti erano veloci ed aveva una camminata energica. Cercando il modo per rimanere in forma, Holst copriva la distanza da Cheltenham al Royal College of Music (circa 170 chilometri) a piedi o in bicicletta. Doveva sembrare un bizzarro figuro, con il suo trombone a tracolla sulla schiena.
Nel 1895, con sua grande sorpresa, vinse una borsa di studio per la composizione. La novità fu di grande aiuto e lo mise in condizione di continuare i suoi studi al RCM quando i soldi che arrivavano da casa divennero insufficienti. Incrementò le sue entrate di 30 sterline suonando il trombone al molo di Brighton ed in altre località di villeggiatura durante le vacanze estive.
Poco dopo aver accettato la borsa di studio al Royal College of Music Holst scrisse la sua prima opera. Sotto la guida del suo professore di composizione, Charles Stanford, Holst musicò il libretto scritto da Fritz Hart, basato su un episodio di gioco a carte avvenuto a Beau Brummel. La chiamò The Revoke (termine che indica, nel gioco delle carte, il non rispondere a seme) e la catalogò come Op. 1. Stanford fu veramente entusiasta del brano e cercò di farlo rappresentare all'Opera Comique a Parigi, dove era stata rappresentata una sua opera, ma The Revoke non ebbe mai una esecuzione pubblica.
Nell'autunno del 1895 Holst incontrò Ralph Vaughan Williams per la prima volta. Fu l'inizio di un'amicizia durata una vita. Fu anche l'inizio della loro abitudine a suonare le proprie composizioni all'altro mentre ci stavano ancora lavorando. Certe volte camminavano lungo Chiswick Mall (un viale lungo il fiume Tamigi) o su altri itinerari vicino al fiume con altri amici del college, discutendo la poetica di Walt Whitman o le opere socialiste di William Morris.
Holst entrò a far parte del Hammersmith Socialist Club (luogo di ritrovo di vari intellettuali e pensatori politici, capitanati da William Morris) e ascoltò le conferenze di Bernard Shaw. Diresse il Hammersmith Socialist Choir a casa di William Morris in Hammersmith Mall. E si innamorò della sua soprano più giovane. Il suo nome era Isobel Harrison. Era una bella bionda, con gli occhi blu, che lo convinse a mangiare bene, radersi la barba e vestirsi con eleganza.
Uno dei primi lavori di Holst da studente, datata 1897, fu il Winter Idyll. Le influenze di Wagner, Mendelssohn e Grieg erano chiaramente percepibili. In quegli anni suonava il trombone in orchestre di teatro e l'organo in diverse chiese di Londra. Nell'autunno del 1898 la Carl Rosa Opera Company gli offrì un posto di primo trombone e così, con grande rincrescimento, lasciò il Royal College of Music. Alla Carl Rosa Opera Company, Holst preparava i solisti nel repertorio insolito. Suonando il trombone in orchestra imparò a conoscere l'orchestra dall'interno, e questo è un allenamento di enorme valore per un compositore. Nel suo orecchio interno sentiva le orchestrazioni dei suoi lavori dal momento in cui iniziava a comporli.
Nel 1895 Holst mostrò i primi interessi per la filosofia Indù e per la letteratura Sanscrita. Il suo impulso immediato fu di mettere in musica degli inni dal Rig Veda, lo scritto Indù più importante. Trovando la traduzione inglese scoprì che era irrimediabilmente pomposa, così decise di imparare il Sanscrito, in modo da poter fare una sua traduzione, che lo soddisfacesse. Facendo questo gli si aprì un mondo completamente nuovo.
Nel 1899 cominciò a lavorare ad un'opera, Sita, basata sul poema epico Indù Ramayana. Ci lavorò saltuariamente fino al 1906. Nonostante l'opera non sia mai stata eseguita durante la vita del compositore, Holst imparò molto dal lavoro su questa composizione. Il suo stile musicale divenne più diretto. Nel 1900 scrissa la sua Cotswold Symphony dove c'era un'elegia scritta in memoria di William Morris. Completò anche l'Ave Maria, che fu il suo primo brano ad essere pubblicato. Nel 1903 scrisse anche un poema sinfonico intitolato Indra, che era un vivace ritratto del dio, Indra, e della sua battaglia con la sete.
Ancora prima di finire il suggestivo Indra, sposò Isobel nel 1901. La loro prima casa fu in Shepherds Bush.
Alla morte del padre Holst ebbe un piccolo lascito, così lui e Isobel andarono a Berlino per una breve vacanza. Tornò a Londra giurando di lasciare il trombone e dedicarsi alla composizione. Così come era successo a Edward Elgar prima di lui, anche Holst rimase deluso. Scrisse molte belle canzoni, ma furono costantemente rifiutate da un editore dopo l'altro. Sua moglie copiava la sua musica e faceva la sarta per aiutare a sbarcare il lunario. Proprio quando la determinazione di Holst cominciò a vacillare gli fu chiesto di sostituire l'insegnante di canto alla James Allen School di Dulwich. Vaughan Williams aveva avuto un ruolo importante nel fargli offrire il lavoro. La carriera di Holst come insegnante di talento era cominciata.
Nel 1905 Holst fu nominato Direttore Musicale alla St. Paul's Girls School di Hammersmith. Nello stesso anno gli fu chiesto di dirigere il suo grande brano per Soprano e Orchestra, The Mystic Trumpeter, alla Queens Hall. The Mystic Trumpeter, basato sulla poesia di Walt Whitman, mostra delle forti influenze wagneriane. Sarà uno degli ultimi brani che Holst scrisse essendo influenzato in qualche modo; iniziò ad essere più interessato alla musica del folklore inglese. Gli piacevano la semplicità e la struttura delle melodie. Fu l'impatto e l'influenza della musica folkloristica che bandirono le tracce di Wagner dai suoi lavori.
Nel 1907 Holst aveva completato la musica per Sita ed aveva iniziato a lavorare al primo gruppo dei Choral Hymns dal Rig Veda. Nello stesso anno compose anche la Somerset Rhapsody. Comporre divenne più facile adesso che avevano una piccola casa a Richmond (un quartiere di Londra). Nei fine settimana scappavano in una piccola casa di campagna sulla remota Isola di Sheppey (nell'estuario del Tamigi). Era una solitudine gradita.
Holst fu nominato Direttore Musicale al Morley College for Working Men and Women. In precedenza questa istituzione non si era mai preoccpata molto della musica. Le sue precise richieste portarono molti studenti ad andarsene, ma altri entusiasti studenti si iscrissero, portando le classi al successo.
Nel 1906 Holst ebbe una grande delusione, quando l'opera Sita, alla quale aveva lungamente lavorato, non vinse il concorso di composizione "Ricordi Prize". Fu una pillola amara da inghiottire; il suo vecchio insegnante di composizione, Stanford, fu probabilmente la ragione per la quale non vinse il concorso.
La depressione ed il continuo lavoro eccessivo avevano ridotto Holst in un tale stato che il suo medico gli ordinò di fare una vacanza in un luogo dal clima caldo. Decise di andare in Algeria e di andare in bicicletta nel deserto. Questa esperienza in un mondo così pieno di colori gli ispirò il suo successivo grande lavoro per orchestra, Beni Mora. Dopo la prima rappresentazione in Inghilterra, un critico scrisse: "Non vogliamo ballerine di Biskra (n.d.t. Una città dell'Algeria) a Langham Place (n.d.t. La piazza di Londra dove aveva sede la St. George's Hall)." Vaughan Williams sostenne che se il brano fosse stato rappresentato a Parigi, Holst avrebbe raggiunto dieci anni prima la fama che ebbe con il suo successo The Planets.
Nuovamente a casa, uno Holst rinvigorito cominciò a lavorare ad un'altra opera Indiana, che chiamò Savitri. Era un lavoro molto più piccolo che durava circa trenta minuti. La musica fu scritta per tre solisti, un piccolo coro nascosto e un'orchestra da camera. In quel periodo Holst ebbe il suo più grande interesse nell'adattamento dei testi Sanscriti. Dal 1908 al 1912 scrisse quattro serie di inni dal Rig Veda, i Vedic Hymns per voce e pianoforte e il grande lavoro corale chiamato The Cloud Messenger.
Nell'estate del 1911, sotto la guida di Holst, il Morley College eseguì la prima esecuzione del The Fairy Queen di Henry Purcell dal 17º secolo. L'intera partitura era andata perduta poco dopo la morte di Purcell. Holst ottenne il permesso per diversi studenti del Morley di copiare tutte le parti vocali e orchestrali. Fu un lavoro colossale. C'erano 500 pagine di manoscritto e questo impegnò gli inesperti copisti per circa un anno nel loro tempo libero. Per Holst, probabilmente, l'esecuzione fu una delle cose più eccitanti che avesse mai fatto.
La prima esecuzione di The Cloud Messenger avvenne nel 1912. Non fu un successo. Il fallimento dell'esecuzione, diretta da Holst, lo scoraggiò e andò in Spagna per una vacanza con Balfour Gardiner e Clifford e Arnold Bax. Durante la vacanza Clifford Bax incoraggiò in Holst il suo crescente interesse nell'astrologia, e molto dopo il successo di The Planets Holst faceva l'oroscopo ai suoi amici. "Il mio vizio preferito!" come lo chiamava lui.
Nel 1913 fu aperta la nuova ala del St. Paul destinata alla musica e ad Holst fu data la grande sala per le prove. Nei giorni della settimana ci insegnava, ma durante le domeniche e le vacanze ci passava delle ore a comporre. Il primo brano che fu scritto in questi locali fa St. Paul's Suite.
Fu in questo periodo che Holst divenne totalmente eccitato dalla riscoperta dei compositori inglesi di madrigali. Thomas Weelkes fu il suo favorito fra tutti i compositori Tudor, ma adorò anche Byrd e Purcell.
La sua prima composizione dopo lo scoppio della Guerra Mondiale fu un adattamento da Walt Whitman Dirge for Two Veterans. Fu il suo commento a quell'anno di tragedie. Anche Vaughan Williams musicò quei versi e furono inclusi nel suo Dona Nobis Pacem.
Holst iniziò anche a lavorare su The Planets. Una parte dell'orchestrazione della composizione fu abbozzata durante i lunghi fine settimana nella casa di campagna della sua famiglia a Thaxted, nel Essex. La chiesa di Thaxted era come una cattedrale; l'interno era incredibilmente spazioso e largo. Holst fantasticava di un festival che un giorno avrebbe potuto tenersi in quel luogo. Sognava anche di portarci i suoi studenti del Morley e del St. Paul. Questo sogno si realizzò durante la settimana di Pentecoste del 1916, quando per quattro giorni ci furono concerti e cori, il tutto organizzato nella chiesa, improvvisato in varie case o nella campagna. Questo mise le basi per quello che diventò il Whitsuntide Festival, una tradizione.
Nel 1917 Holst scrisse The Hymn of Jesus basato sui Vangeli Apocrifi. Con la sua solita accuratezza Holst imparò abbastanza il greco da tradurre l'inno originale. Successivamente ponderò a lungo sul significato delle parole così da poter mantenere il più possibile lo spirito del poema.
Holst fu dichiarato inabile al servizio attivo nella Grande Guerra. Era triste perché non era in grado di contribuire agli sforzi della guerra. Suo fratello, Emil, aveva lasciato New York per entrare nell'esercito e Isobel guidava camion carichi di soldati feriti per trasportarli in ospedale. Vaughan Williams stava combattendo in Francia e colleghi musicisti come George Butterworth erano morti sul campo di battaglia.
Alla fine ebbe la sua possibilità. Durante l'ultimo periodo della guerra, la YMCA gli offrì il posto di Organizzatore Musicale nel loro programma educativo fra le truppe nel Vicino Oriente. Tolse il "von" dal suo nome e salpò per Salonicco, ma non prima che Balfour Gardiner avesse dato un'esecuzione privata di The Planets diretti da Adrian Boult.
Holst tornò a casa nella metà del 1919 ed ebbe vari posti di insegnante al University College, Reading e al Royal College of Music. Tornando nella sua sala prove del St. Paul, adattò la Ode to Death di Walt Whitman per coro e orchestra.
Diresse la prima esecuzione del The Hymn of Jesus nel 1920. Come per The Planets, fu un grande successo. La vita cominciò ad essere più facile alla fine del 1922. Scoprì per la prima volta che aveva guadagnato più di mille sterline in quell'anno. Comunque, non avrebbe avuto successi maggiormente popolari.
All'inizio del 1923 stava dirigendo una prova all'University College, Reading quando scivolò fuori dalla pedana battendo la testa. La commozione fu abbastanza leggera, ma avvenne in un momento sfavorevole, quando Holst stava lavorando troppo ed era già depresso. Il danno fu più grave di quanto poteva sapere in quel momento e gli ci vollero molti anni per riprendersi dagli effetti dell'incidente.
A quel tempo, Holst sembrò riprendersi in fretta dalla sua ferita alla testa e accettò un invito ad andare in America per dirigere un festival musicale alla University of Michigan, ad Ann Arbor. Durante il viaggio mise in partitura il suo Fugal Concerto, per flauto, oboe e archi.
Mentre era in America, la sua recente opera, The Perfect Fool, fu prodotta dalla British National Opera. Nonostante la musica del balletto fosse piaciuta, l'opera fu un fiasco perché la trama era troppo enigmatica. Diverse persone nel pubblico volevano indietro i loro soldi. Holst cominciò a perdere il contatto con il suo pubblico. Nel frattempo, in America, veniva addirittura adorato.
Tornato in Inghilterra, ricevette una straordinaria ovazione dopo l'esecuzione di The Planets, ma questo non gli diede gioia. I suoi nervi stavano male e non riusciva a dormire di notte. Alla fine di questo periodo era sull'orlo di un esaurimento nervoso. Poi, un uomo ricco, che rimase anonimo, gli diede diverse centinaia di sterline perché potesse comporre più comodamente.
Decise di non insegnare per tre mesi. Si ritirò a Thaxted, passando solo un giorno la settimana a Londra, ma non fu un grande successo perchè Holst non fu mai una persona pigra. I suoi nervi peggiorarono invece che migliorare. Nonostante fosse passato un anno dall'incidente, cominciò ad avere violenti dolori alla parte posteriore della testa. Anche quando i dolori cessavano, non poteva tollerare niente che toccasse la sua testa, neanche un cappello o un cuscino. Il rumore era per lui una tortura, la voce delle persone, il traffico, gli applausi. Aveva l'ossessione di commettere degli errori e che la sua vena creativa si inaridisse. Il suo dottore gli ordinò di lasciare ogni attività per il resto dell'anno. In seguito non fu più in grado di riprendere ad insegnare con regolarità, eccetto un piccolo incarico al St. Paul, dove continuò ad insegnare per il resto della vita.
Holst visse per quasi un anno in una comoda casa nel centro di Thaxted. Era solo, eccetto per un ex marinaio in congedo, che divenne il suo cuoco, attendente e guardiano. Lavorò sulla Choral Symphony, e su una nuova opera chiamata At the Boar's Head basata sulle scene del Falstaff dall'Enrico IV di Shakespeare.
All'inizio del 1925 stava abbastanza bene da tornare a Londra e quasi immediatamente si tuffò nelle prove per At the Boar's Head. Ma l'opera non fu ben accolta; era troppo ingegnosa. Il pubblico si sentì ingannato perché appena cominciava ad essere preso da una melodia, questa veniva strappata via e intrecciata in incessanti cambiamenti di modello che sconcertavano le orecchie. E gli esecutori non furono all'altezza della complessità della musica e della recitazione.
Poi anche la Choral Symphony cadde. Gli ascoltatori la trovarono troppo difficile per essere piacevole. Molti critici la attaccarono; lamentandosi della monotona sterilità e delle fredde esitazioni nelle armonie. Un recensore scrisse: "Holst presenta il malinconico spettacolo di un continuo e invariato declino". Holst non ne rimase impressionato, ma fu tormentato quando Vaughan Williams scrisse per ammettere che sentiva per il brano una fredda ammirazione. Dobbiano notare, naturalmente, che ciò che sembrava difficile per gli ascoltatori degli anni '20 è accettato molto più facilmente oggi e le moderne registrazioni dei lavori di Holst di quel periodo ci permettono di valutarle di nuovo.
Nel 1926 Holst tenne delle lezioni alle Università di Liverpool e Glasgow. Aveva una bellissima casa a Thaxted, Brook End, ma ci andava solo in alcuni fine settimana. Era molto irrequieto e non sembrava desiderare una fissa dimora. A Londra era abbastanza felice di fare delle camminate da solo. Non scrisse nessun grande lavoro. The Golden Goose era un balletto corale di poco entusiasmo. Un altro balletto corale, The Morning of the Year, fu più ambizioso.
Nella primavera del 1927 la cittadina di Cheltenham organizzò un Festival Holst. Due ore di musica che includevano A Somerset Rhapsody, che da anni non veniva rappresentata, e, naturalmente, The Planets. In seguito, come antidoto per tutto questo onore e gloria, partì per un giro a piedi dello Yorkshire. Come abbiamo visto, era un camminatore prodigioso. Aveva attraversato a piedi molte delle contee dell'Inghilterra in tutte le stagioni e con ogni tempo atmosferico. Aveva fatto anche delle notevoli escursioni in Italia, Francia, Germania, Austria e Cecoslovacchia, oltre ad aver esplorato Istanbul e Atene negli anni del servizio militare durante la guerra. Quando visitò Chichester, per discutere i dettagli del programma per il Whitsuntide Festivals, arrivò a piedi da Midhurst (20 km.) e dopo andò a Pulborough (27 km.) prima di prendere il treno per tornare a Londra. Era sua abitudine portare l'orario dei treni in una tasca ed percorsi degli autobus nell'altra.
Nel 1926 Holst aveva camminato nel Dorset (Sud-Ovest dell'Inghilterra). Ne risultò che fu stimolato a cominciare un lavoro su Egdon Heath dedicato a Thomas Hardy. Fu ispirato dal capitolo iniziale del suo Return of the Native e dalla desolata distesa di territori fra Wool e Bere Regis. La musica era spoglia e austera e alla prima londinese, nel febbraio del 1928, poco più di un mese dopo la morte di Hardy, gli ascoltatori furono profondamente a disagio. Ma Holst, come sempre, rimase impassibile. Questa volta sapeva che era la cosa migliore che avesse mai scritto.
Nell'Ottobre del 1927 ricevette un invito dal Dr. George Bell, decano della Cattedrale di Canterbury, per scrivere della musica per un dramma chiamato The Coming of Christ. Anni dopo, quando il Dr. Bell era diventato vescovo di Chichester, i Whitsuntide Festival si tennero nella sua Cattedrale. A Chichester i festival raggiunsero la gloria che avevano ottenuto nelle prime settimane a Thaxted. L'altra composizione che occupò Holst nel 1928 fu The Moorside Suite per fanfara (gruppo d'ottoni). Questo divenne il brano d'obbligo per il concorso delle Brass Band al Cristal Palace quell'anno. Vinse la Black Dyke Mills Band e uno dei suonatori di cornetta del gruppo era Harry Mortimer.
Nel Marzo del 1929 Holst tornò da una lunga vacanza in Italia per andare di nuovo in America, dove fu Ospite d'Onore alle celebrazioni per il 21º anniversario della American Academy of Arts and Sciences. Rappresentava l'arte inglese. Fu anche insegnante a Yale. Tornato a casa cominciò ancora a comporre, questa volta su The Dream City, la prima di undici liriche di Humbert Wolfe. The Dream City parlava della parte di Londra che conosceva e amava: Kensington, Richmond Hill e Kew.
The Dream City fu cantata magicamente da Dorothy Silk alla prima esecuzione pubblica alla Wigmore Hall, ma Holst cadde in disperazione. Dopo le sue canzoni il concerto finiva con il Quintetto in DO di Schubert. Il calore di questa musica sollecitò il disgelo di Holst, ma fu un processo lungo e doloroso. Imogen Holst (compositrice e direttrice d'orchestra, 12 Aprile 1907 / 9 Marzo 1984, unica figlia di Gustav Holst) raccontò che: "Quando lo ascoltò, capì cosa aveva perso, non solo nella sua musica, ma nella sua vita. Poteva aggrapparsi alla sua austerità. Poteva riempire i suoi giorni con la benevolenza ed il buon umore. Poteva scrivere musica che non era banale, senza senso, oppure noiosa. E poteva perdersi dietro ad idee colossali e misteriose. Ma aveva perso il calore del Quintetto di Schubert."
Nel 1930 il Double Concerto per due violini, contrappuntistico e bitonale, attirò recensioni non unanimi. Il verdetto di un critico fu: "altamente intellettualizzato", mentre il Daily Telegraph scrisse che aveva notevoli qualità e momenti di rara bellezza. Questo brano dovrebbe presentare solo piccole difficoltà al pubblico di oggi e di fatto è un lavoro attraente. Dopo la prima esecuzione del Double Concerto Holst ricevette la Medaglia d'Oro della Royal Philharmonic Society.
The Choral Fantasia attirò delle recensioni disastrose alla prima esecuzione, al Three Choirs Festival nel 1931 a Gloucester ma Vaughan Williams ne rimase commosso.
Sempre nel 1930 scrisse la sua tredicesima e ultima opera. Era un'altra opera da camera, chiamata The Tale of The Wandering Scholar, dal libro dello studioso del medioevo Helen Waddell. Ancora del 1930 è la brillante Hammersmith, un Preludio e Scherzo originariamente commisisonato dalla BBC Military Band.
Fu invitato a tenere delle lezioni alla Harvard University nei primi sei mesi del 1932. Una volta in America, intraprese un estenuante programma come direttore e insegnante, compresa una conferenza sull'amato Haydn alla Library of Congress di Washington. Ma immediatamente dopo fu ricoverato in ospedale per una gastrite emorragica, causata da un'ulcera duodenale. Tornato in Inghilterra, fu convalescente per quasi tutto il 1932. Doveva consumare grandi quantità di latte e le sue passeggiate diventarono, come ebbe modo di descriverle, ancora più "di mezza età".
Comunque, l'anno dopo, Holst era già al lavoro. Compose per Lionel Tetris il Lyric Movement per Viola e Orchestra e per i suoi studenti del St Paul il The Brook Green Suite. In entrambi i lavori ritornò alla facilità e spontaneità che lo aveva così spesso abbandonato durante i precedenti dieci anni. Alla fine del 1933 fu ricoverato in una clinica e gli fu dato di scegliere fra una piccola operazione, con una vita limitata, o una grossa operazione, con la libertà di fare cosa voleva. Scelse la seconda. L'operazione fu programmata per l'inizio della primavera.
Passò i primi mesi del 1934 ad ascoltare la sua musica alla radio e ad orchestrare lo Scherzo che aveva cominciato l'anno precedente. Doveva essere parte di una sinfonia, ma non ci fu tempo per gli altri movimenti. L'operazione, in Maggio, ebbe successo ma il suo cuore fu inadeguato allo sforzo. Morì due giorni dopo, il 25 di Maggio.
Edward William Elgar era morto il 24 Febbraio e Frederick Delius morirà il 10 Giugno dello stesso anno.
Le ceneri di Holst furono inumate nella Cattedrale di Chichester. A pochi metri dalla tomba c'era la lapide di Thomas Weelkes, che era stato organista della Cattedrale più di 300 anni prima.
Ian Lace

Biografia tratta dal Sito www.gustavholst.info

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COMPOSIZIONI:

Opere teatrali: The Revoke op. 1 (libr. F. Hart; 1895, non rappr.); The Youth's Choice op. 11 (proprio; 1902, id.); Sita op. 23 (Id.; 1906, id.); Savitri, op. da cam. op. 25 (Id., dal Mahabharata; Londra, 1916); The Perfect Fool op. 39 (Id.; ivi, 1923); At the Boar's Head op. 42 (da Shakespeare; Manchester, 1925); The Tale of the Wandering Scholar op. 50 (C. Bax; Liverpool, 1934).

Operette: Lansdown Castle (A. C. Cunningham; Cheltenham, 1893); The Idea (Hart; 1898, non rappr.).

Balletti: The Lure (1921); The Golden Goose con coro op. 45, 1 (1926); The Morning of the Year, id. op. 45, 2 (1927).

Musica. di scena: il «masque» The Vision of Dame Christian op. 21a (1909), per The Sneezing Charm di C. Bax (1918) e The Coming of Christ di Mansfield (1927). Inoltre, 7 cori dall'Alceste di Euripide (1920).

Per orchestra: A Winter Idyll (1897); Walt Whitman, ouv. op. 7 (1899); The Cotswolds, sinfonia op. 8 (1900); Suite de ballet op. 10 (1899); Indra, poema sinf. op. 13 (1903); Songs of the West op. 21, 1 (1907); A Somerset Rhapsody op. 21, 2 (1907); 2 Songs without Words op. 22 (1906); Beni mora, «suite» orientale op. 29, 1 (1910); Phantastes, «suite» (1911); St. Paul suite per archi op. 29, 2 (1913); The Planets (Mars, Venus, Mercury, Jupiter, Saturn, Uranus, Neptune, con coro femm. a 8 v.) op. 32 (1914-16); Japanese Suite op. 33 (1915); A Fugal Overture op. 40, 1 (1922; come ouv. a The Perfect Fool, 1923); Egdon Heath, Homage to Hardy op. 47 (1927); Brook Green Suite per archi (1933); Scherzo (1934).

Per banda: 2 suites (op. 28, 1, 1909; op. 28,2, 1911); A Moorside Suite (1928); Hammersmith op. 52 (1930; per orch., 1931); Jazz-band Piece (1932).

Per strumento e orchestra: A Song of the Night per vl. op. 19, 1 (1905); Invocation per vcl. op. 19, 2 (1911); A Fugal Concerto per fl., ob. e archi op. 40, 2 (1923); Double Concerto per 2 vl. op. 49 (1929); Lyric Movement per vla (1933).

Per coro e orchestra: Clear and Cool op. 5 (1897); King Estmere op. 17 (1903); Choral Hymns op. 26 (I gruppo: 3 pezzi, 1908; II gruppo: 3 id. per coro femm., 1909; III gruppo, 4 pezzi, id. e arpa, 1910; IV gruppo: id., per coro masch., archi, ottoni e perc., 1912); O England, my Country per coro unisono (1909); Christmas Day (1910); The Cloud Messenger op, 30 (1910); Hecuba's Lament per coro femm. op. 31, 1 (1911); Salmi 86 e 148 per T, archi e org. (1912); Hymn to Dionysus per coro femm. op. 31, 2 (1913); A Dirge for 2 Veterans per coro masch., ottoni e perc. (1914); 3 Carols per coro unisono (1917); 3 Festival Choruses op. 36a (1916); The Hymn of Jesus per 2 cori e coro femm. op. 37 (1917); Ode to Death op. 38 (1919); Short festival Te Deum (1919); I vow to thee, my country per coro unisono (1921; da The Planets, n. 4); First Choral Symphony con S op. 41 (1924); 7 Partsongs per coro femm. con S e archi op. 44 (1926); A Choral Fantasia con S, org., archi, ottoni e perc. op. 51 (1930); 2 cori per coro masch. e org. (archi o pf.) op. 53 (1932).

Musica da camera: 2 Phantasiestücke per ob. e quart, op. 2 (1896, rev. 1910); Quintetto per pf., ob., cl., fag. e cor. op. 3 (1896); Quintetto per fiati op. 14 (1903); 7 Scottish Airs, arrangiate per archi e pf. (1907); Phantasy per quart. (1916); Terzetto per fl., ob. e vla (1925); Per pianoforte: Toccata (1924), Chrissemas Day in the morning op. 46, 1 (1936), 2 Folk Song Fragments op. 46, 2 (1927), Nocturne (1930), Jig (1932). Inoltre, cori a cappella, tra cui 5 partsongs op. 9a (1900), 5 id. op. 12 (1903), 6 Choral Folk Songs op. 36b (1916), 8 canoni (1932). Liriche per voce e pianoforte (4 op. 4, 6 op. 15, 6 op. 16, 4 op. 35, 12 op. 48); inoltre, inni dal Rig Veda op. 24.

EDIZIONI: H. Purcell, The Gordian Knot Untied, The Virtuous Wife, The Married Beau, «suites» per archi con fiati ad lib.; J. S. Bach, Fugue a la gigue per orch. o banda, e altro.

SCRITTI: Raccolti in Collected Essays, a cura di E. Rubbra e St. Lloyd (Londra, 1974).


Burt Howard (Burlington, Iowa, 1 giugno 1915 - 21 febbraio 2004, Carmel, New York)
Nome d'arte di Howard Joseph Gustafson, compositore americano. Famoso per aver scritto "Fly Me to the Moon", che originariamente era intitolata "In Other Words". Dopo aver lasciato la famiglia all'età di sedici anni come pianista nell'orchestra che accompagnava lo spettacolo delle sorelle siamesi Daisy e Violet Hilton, nel 1934 si stabilì a Los Angeles, nella speranza di una carriera a Hollywood. Si trovò invece ad accompagnare al pianoforte Rae Bourbon, un cantante che impersonava una donna e poi Elizabeth Talbot-Martin. Seguì quest'ultima a New York, quando andò al Rainbow Room nel 1937. L'anno seguente Howard ebbe il suo primo successo, quando la cantante Mabel Mercer rese popolare la sua composizione "If You Leave Paris." Dopo quattro anni di servizio militare, tornò a New York nel 1945 come pianista dello spettacolo di cabaret Spivy's Roof, prima di tornare con Mabel Mercer in "Tony's West Side". Dal 1951 al 1959 lavorò al club Blue Angel di Manhattan, a New York, come presentatore e suonando negli intervalli degli spettacoli. Continuò a lavorare ai suoi brani e nel 1954 completò "In Other Words". Un editore consigliò di cambiare il titolo in "Take Me to the Moon", ma alla fine Howard decise per "Fly Me to the Moon", che venne eseguita per la prima volta dalla cabarettista Felicia Sanders. Nel 1960 la canzone raggiunse una grande notorietà con Peggy Lee al Ed Sullivan Show e successivamente fu registrata da Judy Garland, Doris Day e, forse l'incisione più famosa, da Frank Sinatra. Il successo di questo brano rese Howard così ricco da diminuire molto la sua attività di compositore, andando quasi in pensione, nonostante alcune sue canzoni, come "Let Me Love You" e "Don't Dream of Anybody but Me" abbiano poi raggiunto una certa notorietà. Nei decenni che seguirono comparve in qualche concerto ed in qualche spettacolo di cabaret e fu ammesso nella Songwriters Hall of Fame nel 1999. Howard morì il 21 febbraio 2004, a causa dei postumi di un ictus, a 88 anni.


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