La musica secondo... Lucio Dalla

La mia Tosca - Intervista a Lucio Dalla (Anonima) del 2004

Cosa ti ha convinto a cimentarti in questo tipo di impresa? E perché hai scelto proprio la storia di Tosca?

"La commissione della Sovrintendenza dell'Opera di Roma mi ha chiesto se volevo dirigere Tosca. Avevo delle parti scritte per un film diretto da Mickey Rourke ispirate al mondo del melodramma, poi utilizzate per la mia re-interpretazione. Ho riscritto anche il libretto: quello che avevo non mi convinceva del tutto. Alla fine ho cominciato a curare la regia e la cosa mi ha decisamente intrigato. Mi ha colpito la storia cosi grande e attuale, l'immagine del potere (che poi è sempre la stessa), la voglia di libertà".

Come sta reagendo il pubblico?

"In maniera straordinaria. Ho visto coppie di anziani abbracciarsi e giovani saltare sulle sedie! Nello spettacolo ci sono tutti gli ingredienti per sedurre: cinema, coreografia, parole e musica e la platea, a un certo momento, diventa addirittura palco. I cultori del genere non hanno provato scandalo: forse, dopo decenni di rappresentazioni ortodosse, avevano perso la capacità di stupirsi".

Che messaggio vuoi mantenere dell'originale e, invece, cosa vuoi dire di nuovo?

"Chi viene a vedere la mia versione apocrifa è un po' tabula rasa. Pochi conoscono la storia di Tosca. Allo stesso tempo, è davvero eccezionale che una cosa di pochi sia diventata popolare. Ciò che ho fatto è stato rivisitare, mantenendo intatto l'archetipo base, ispirandomi, ad esempio, al lavoro del regista di Romeo + Giulietta e Moulin Rouge, Baz Luhrmann. Il concetto che ho voluto sottolineare, senza la pretesa di voler denunciare alcunché, è quello del potere che invade il destino degli uomini".

Come vedi il connubio fra musica pop e lirica?

"La struttura di una canzone pop, poggiata principalmente sul sound, è già, nelle sue poche parti teatrali, una sintesi del melodramma. Il loro rapporto, in un certo senso, è già implicito in questo richiamo. A livello musicale, il melodramma non ha nulla da prendere dal pop. Semmai, alcuni generi della black music, tra cui il soul e il funk-rock, sono debitori per la loro teatralità al mondo della lirica. Vedi artisti come James Brown o il Prince di Purple Rain".

Quale cd di musica pop-rock consiglieresti a un amante della lirica?

"Sicuramente un paio di dischi dei primi Genesis, che hanno molti legami con la musica classica. Sul versante "nazionale" consiglierei un mio album sperimentale come Automobili. Anche qualcosa di De André: pur non essendo un suo grande fan, riconosco che è un autore di canzoni costruite in modo interessante".

Quali tuoi colleghi, Cocciante a parte, vedresti bene nel dirigere un'opera?

"Sinceramente nessuno. Se io l'ho fatto, è perché, da sempre, sono stato attento a costruire un linguaggio che ben si adattava a questa cosa, che definirei una specie di opera pop. Riccardo Cocciante, invece, ha fatto una grande opera rock, da cui sono partito".


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