International Trombone Camp 2001

Appunti dei Masterclass e delle Lezioni con Jay Friedman, Michael Mulcahy e Charles Vernon


Avvertimento

Questi appunti sono la traduzione delle registrazioni effettuate durante l'International Trombone Camp 2001, svoltosi a Peveragno (CN) i giorni 1, 2, 3 e 4 Settembre 2001. Con questa traduzione si vogliono rendere disponibili in italiano gli appunti di un Masterclass. Si tratta quindi di suggerimenti destinati al musicista che faceva lezione in quel momento e non si tratta di un "Metodo". Queste note non pretendono di essere una traduzione perfetta né di essere esaurienti e complete nei soggetti trattati.

L'abilità di suonare uno strumento ad ottone non si raggiunge in breve tempo. Ogni persona che tenta di sviluppare una capacità in quest'area deve aspettarsi di investire molto tempo e il giusto genere di impegno e sforzo. Per la differenza che può esistere nelle capacità e nelle caratteristiche delle varie persone e per la personale interpretazione che ognuno può dare a queste frasi, nessun testo di questo genere può essere preso alla lettera. Queste note non intendono sostituire la necessaria presenza di un insegnante.


3 Settembre 2001. Masterclass con Charles Vernon.

Iniziamo facendo tutti insieme degli esercizi di respirazione. Potete usare un pallone, o qualunque altra cosa che vi permetta di respirare più volte la stessa aria, in modo da evitare giramenti di testa. (Vernon inizia respirando profondamente nel pallone.) OK, adesso facciamo tutti questa cosa.

(Tutti si alzano in piedi e Vernon fa mettere tutti seduti!) Gli esercizi sono da fare stando seduti, eretti, con la testa in alto. Potete farlo con o senza pallone. Durante questo esercizio si può usare il pallone per evitare giramenti di testa. La cosa veramente importante è sedersi "alti" e succhiare l'aria dalle labbra. (L'esercizio è descritto sotto.)

Tutti gli esercizi sono sul libro: Charles Vernon -A "SINGING" APPROACH TO THE TROMBONE (and other Brass) - edito dalla Atlanta Brass Society Press.

Prima di andare avanti vorrei fare un esercizio che è un modo per chiarire questo concetto di succhiare l'aria dalle labbra. Respirare succhiando l'aria, tenendo le labbra poco aperte e aprirle gradualmente sempre di più ad ogni inspirazione. Circa alla quinta volta le labbra dovranno essere abbastanza aperte da non creare più resistenza all'aria. Questo esercizio vi insegna come succhiare l'aria e insegna al vostro corpo la sensazione dell'aria che arriva dalle labbra.

Facciamo tutti insieme. Inspiriamo ed espiriamo cinque volte, andando da un'apertura piccola ad una grande. Succhiate l'aria.

Spero che tutti in questa stanza abbiano sentito la grande differenza fra quando si succhia l'aria dalle labbra chiuse e quando si respira con le labbra aperte. L'aria entra molto più veloce e quando non è più veloce diventa molto più facile e il flusso è come dovrebbe essere. Meglio che creare resistenza con la lingua o con la gola. Non fatelo!

L'esercizio che abbiamo fatto può essere sviluppato, come nel libro, in modo da essere utilizzato con lo strumento. (Vernon fa degli esercizi di respirazione con il pallone e poi suona l'esercizio.)

Tutti gli esercizi sono sul libro: Charles Vernon -A "SINGING" APPROACH TO THE TROMBONE (and other Brass) - edito dalla Atlanta Brass Society Press.

L'esercizio può essere ripetuto scendendo verso il grave.

Facendo questi esercizi abbiamo lavorato sul carburante. L'aria è il carburante e il cervello è il computer che comanda il motore. (Vernon suona la seguente melodia con il bocchino.)

(Vernon suona la stessa melodia con il trombone.)

Devi essere capace di suonare con il bocchino qualunque melodia che hai in testa e che conosci a memoria, senza musica. (Vernon suona la seguente melodia con il bocchino.)

Nelle lezioni con Mr. Jacobs, lui si sedeva e mi diceva: Suona questo, suona quest'altro, suona quest'altra cosa ancora. Jacobs suonava una nota sulla tastiera e mi dava la nota dalla quale iniziare. L'idea è di cantare una melodia dal cervello alle labbra.

Sto facendo questo da anni, anni, anni, anni ormai. Tutte queste cose, ovunque nel mondo, a casa, dappertutto. Per me stesso, quando studio. E questo è il motivo per il quale ho messo insieme questo libro. Non l'ho fatto per voi, né per nessun altro. All'inizio era per me, dovevo ricordarmi di fare tutte queste cose. Era un modo per aiutarmi a organizzare il mio studio.

Ho detto in molte lezioni che 30 minuti al giorno con il bocchino sono il minimo. Magari distribuito durante lo studio, o la giornata. Se suoni correttamente e nel registro medio, non può farti male. Se invece studiate molto il bocchino negli acuti, i danni saranno maggiori dei benefici. Non avete bisogno di farlo.

Abbiamo queste cose di base: l'aria, che è il carburante, la vibrazione delle labbra, che crea il suono, l'altezza delle note e la melodia (Song) nella testa, che è il leader.

Con il tuo suono stai parlando al tuo pubblico. Qualunque cosa suoni deve arrivare dal cervello e deve essere creativa e creare un'atmosfera, non una cosa opaca e noiosa. Deve avere enfasi.

Abbiamo questi concetti. Sono concetti molto semplici e sono in giro da molto tempo. Tutti noi, strumenti a fiato e specialmente ottoni di tutto il pianeta, dobbiamo questi concetti a Arnold Jacobs. Quello che faceva con tutti i suoi studenti, come con me, era di darci delle conoscenze molto semplici e molto importanti. Io, attraverso questi esempi, cerco di trasmettere a voi questi stessi concetti.

Immaginate nella vostra mente il più bel suono che potrebbe essere fatto con un trombone. Chiudete i vostri occhi e ascoltate e guardate realmente questo suono nella vostra mente. Ricordatevi che il trombone che avete in testa è perfetto. Suono perfetto, respiri perfetti, vibrazione perfetta, ogni cosa è perfetta per suonare la musica.

Nella vostra mente c'è il trombone perfetto. Mettete il trombone vero sulla faccia, soffiateci l'aria attraverso e realizzate quello che avete nella testa, facendo della grande musica anche se fate un esercizio semplice, con delle note lunghe. Qualcosa che crei emozione e atmosfera. Suonerò un esercizio di note lunghe, ma usando l'immaginazione. (Vernon suona il seguente esercizio.)

Mentre suonate queste note, non ascoltatele. Le state producendo ma dovete usare tutte le vostre energie mentali per cantare interamente dalla vostra mente. Trombone perfetto! Suonando più musicale possibile, che non significa suonare tutto vibratissimo, ma solo in modo cantabile.

È divertente. Quando il libro uscì (con il titolo Daily Routines for Trombone) lo diedi a diversi colleghi. Molti lo hanno usato, ma molti altri l'hanno solo sfogliato, leggendo superficialmente solo gli esercizi. Ma la parte più importante dell'intero libro è nel testo delle prime tre pagine. Questo concetto, di cui stiamo parlando, è valido per tutto il libro e per qualunque cosa suoni: esercizi di riscaldamento, scale. Tutto è stimolato dal concetto del trombone perfetto che hai in testa. Detto questo andiamo avanti con l'esercizio. L'esercizio numero 5 del libro cambia a seconda del registro. Se lo fai in basso... (Vernon suona il seguente esercizio.)

... devi suonare le note di due movimenti nel registro basso. La nota lunga deve stare nell'estensione estrema, quella che è più difficile. (Vernon suona il seguente esercizio.)

Sto passando più tempo nella nota acuta, perché è la più difficile. Se avessi suonato nel grave...

... avrei passato più tempo sulla nota bassa. Nello stesso tempo... (Vernon suona il seguente esercizio.)

... lascia che le note basse ti insegnino quelle alte. Devi suonare la nota bassa e proprio all'ultimo istante devi suonare quella alta. Non suonare la nota bassa e pensare: Oddio, devo fare un acuto! Cercare le note acute facendo il minimo lavoro, facendo solo il necessario. La nota bassa ti deve anche insegnare il suono e la facilità di produrre la nota acuta deve essere simile. (Vernon suona altri esempi sugli intervalli di ottava.)

Ad una lezione con Mr. Jacobs molti molti anni fa, mi sono presentato con questa roba enorme (bocchino e trombone). Doveva essere il 1983, mentre mettevo insieme il libro degli esercizi. Glielo mostravo e chiedevo se andava bene, cosa dovevo fare ecc. Tutti gli esercizi del libro vengono dalle cose che mi diceva Jacobs e che io scrivevo dopo le lezioni. Insomma, Jacobs ha preso un esercizio e mi ha detto di farlo l'ottava sopra. Ho suonato...

... e Jacobs ha detto: No, no, l'ottava sopra! Io lo guardavo, come per dire: Ti sei accorto che ho un trombone basso in mano? Così ho suonato... (Vernon suona il seguente esercizio.)

Adesso mi viene molto meglio. Quella volta non riuscivo a tenere le note ferme. E dopo un po' Jacobs mi ha detto: Sei un dilettante, non riesci a fare niente! E io ero il Trombone Basso della Philadelphia Orchestra! Così mi ha detto: Sei un dilettante, ma se lo fai ogni giorno per due settimane diventerà buono. Ricorda: suona anche se le note non sono un granché. Le note buone possono essere fatte dalle note cattive, ma non possono essere create dalle non note. Questa è l'idea. Poco per volta. Se non cerchi di farlo non puoi migliorare.

Questa è una registrazione del concerto per Trombone Basso di Ellen Taafe Zwilich, che ho registrato l'anno scorso. Questo è un pezzo veramente estremo per l'estensione. Per esempio, nel finale devo suonare un FA diesis in cinque ottave diverse nello spazio di due battute. Per prepararmi a questo pezzo devo fare esercizi di questo genere. Non ho chiesto di scrivere queste cose. Ho detto all'autrice: scrivi qualunque nota acuta, ma non un RE naturale. Così nel pezzo ci sono MI e FA ecc! Lei è venuta a sentirmi studiare e ha utilizzato quello che sentiva. È un bel pezzo, ma spero che la registrazione sia stata l'ultima volta che ho suonato questo concerto! Questa registrazione è venuta meglio di quella dal vivo, per la Radio, fatta con la Chicago Symphony Orchestra. Dovendo mettermi a posto fisicamente, per questo pezzo, devo suonare questo genere di esercizi. Quando ho suonato questo pezzo nel 1991 con la CSO ho dovuto lavorare molto. Studiando molto anche nel registro contrabbasso. Ho dovuto essere nella miglior forma di tutta la mia vita. Non ho suonato il trombone tenore per sei mesi, suonando qualunque cosa solo con il trombone basso. E non dimenticherò mai cosa è successo il giorno dopo dell'ultimo concerto. Sono andato nel sottosuolo di casa mia a studiare, ho preso il trombone tenore e ho suonato la nota più acuta che potevo. Un SI bemolle bis acuto (ottava sopra alla prima nota del Solo del Bolero). Ed è venuto fuori benissimo. Oddio, non lo ha sentito nessuno. Ho suonato un SI bemolle bis acuto e non lo ha sentito nessuno! Ma è una conferma che quello studio era stato una buona preparazione per il registro.

Adesso voglio raccontarvi qualcosa riguardo un sogno.

Ho passato molti anni a studiare i passi d'orchestra con il trombone tenore, perché prima di suonare il trombone basso suonavo il tenore. Ero appena arrivato al punto di studiare i passi d'orchestra, sono passato al trombone basso e ho trovato lavoro. Così ho continuato a suonare il trombone basso, ma mi è rimasta voglia di continuare a studiare e imparare il tenore.

Nel sogno ero su un palcoscenico, da qualche parte, suonando i passi d'orchestra da concorso per trombone tenore, Zarathustra, Bolero, 3' di Schumann ecc. Ero di fronte a delle persone che mi ascoltavano, forse una commissione di un concorso, in una sala molto bella. Suonavo tutti i passi d'orchestra, alla perfezione e riuscivo a sentire nella mia testa ogni passo, ogni nota, ogni dettaglio di ogni passaggio. Mi sono svegliato e ho detto: posso farlo! Questa è stata la conferma che è possibile immaginare ogni passo d'orchestra, con un bellissimo suono, in ogni minimo dettaglio. La conferma che si può avere nella testa quel trombone immaginario perfetto che chiedo a tutti di avere in testa. Sentire me stesso in quel sogno, con il suono che voglio nella mia testa, così pulito, pieno, emozionante, perfetto, come in un film a colori, mi ha fatto realizzare che tutto quello che ho insegnato in questi anni funziona veramente. È stata una rivelazione per me. Da quel sogno, quando suono i passi d'orchestra riesco ad avvicinarmi di più a quell'esempio perfetto che ho in testa. Sentire me stesso nel sogno mi ha dato anche più fiducia di poterlo fare.

Ho registrato un brano che andrà in un CD di brani di Eric Ewazen, eseguiti da 5 trombonisti bassi diversi. Mi hanno spedito l'ultimo montaggio, sul quale avrei dovuto dare i miei suggerimenti. Poi mi hanno spedito il montaggio finale. Ho ascoltato il CD, dove ero io a suonare, proprio io, e suonavo perfettamente. Questo perché loro avevano sistemato tutto. I respiri e qualunque altra cosa erano stati aggiustati dal missaggio digitale. Digitalmente possono fare tutto. Per me va comunque bene, perché in fondo sono sempre io a suonare. Anche se hanno preso delle riprese diverse, sono sempre io a suonare. La cosa importante riguardo a questo è che tutti qui possiamo fare una registrazione, non importa se digitale o no. Potete fare e rifare un pezzo finché non viene perfetto. Alla fine avrete la cassetta di voi stessi che suonate più vicino possibile alla perfezione. E questo lo ascoltate e vi sentite suonare perfettamente, realizzate che potete suonare così perfettamente. Ascoltarti mentre suoni bene su una registrazione farà alzare il livello delle tue esecuzioni dal vivo. È importante registrarsi e ascoltarsi. Provate a fare una cassetta, di un recital o dei passi d'orchestra. Prendete un passo d'orchestra, fatelo cinque o sei volte e mettete sulla cassetta la migliore esecuzione. Fate una cassetta così e ascoltatela più volte. Quando suonerete dal vivo, vi ricorderete il suono della cassetta e il trombone perfetto nella vostra mente sarà ancora più consistente.

Domanda: Quindi, secondo lei, fare una registrazione è un modo per realizzare il trombone perfetto che è in testa, per renderlo reale e poterlo sentire nello stereo?

Risposta di Vernon: Si, ti aiuta a fare questo. Così come il sogno, che mi ha dato la certezza che il concetto funziona. E quando prepari un concorso o un recital, mentre suoni hai a disposizione questo suono meraviglioso. Hai questo suono in testa e sai che puoi suonare perfettamente, anche se hai dovuto fare quindici prese per fare la cassetta. Ma sai che puoi farlo perfettamente. Ti darà quella confidenza necessaria a fare il tuo meglio.

Domanda: Prima ha parlato dello sviluppo del registro acuto. Ritiene utile studiare solo con il bocchino per raggiungere questo obiettivo?

Risposta di Vernon: No, credo che suonare il registro acuto con il bocchino non sia molto importante, perché può affaticare e creare tensioni. Non è che non devi farlo, ma non devi farlo molto. Il bocchino tagliato è meglio, ma non farlo per molto tempo. Qualcuno ha un bocchino tagliato o un anello? (Vernon suona il solo del Bolero con l'anello, poi con il bocchino tagliato messo sullo strumento.) Con questo concetto, fai "ronzare" (buzz) le labbra e devi avere il braccio destro che va con la melodia. Stai cantando nella testa è il risultato è sulle labbra. (Vernon suona il solo del Bolero con il trombone.) Nella testa il suono viaggia costantemente. Suonarlo qui è facile, non è minimamente simile a farlo in orchestra. Ho avuto la fortuna di suonare il Bolero per quattro volte, tre volte con la Atlanta Symphony Orchestra e una volta con l'orchestra di Jay Friedman. Quando lo fai da trombone basso stai lì seduto, guardi il primo trombone e pensi: perché i primi tromboni hanno dei problemi con questo pezzo? Non è così difficile! Poi lo fai da primo trombone, stai lì seduto, agitatissimo. Il pezzo comincia così piano e il flauto riesce a suonare così piano... Quando l'ho fatto ad Atlanta, era prima del concorso e mi sentivo sotto al microscopio. Mi sto scaldando anche solo a pensarci! Ero seduto in orchestra, con le mani fredde e sudate e pensavo: È ridicolo! Onestamente, non ho mai provato l'esperienza di essere così nervoso per suonare il trombone. Ad ogni concerto, nel solo, c'era qualche piccolo dettaglio che non era perfetto. Così (la frase viene suonata tre volte nel brano) durante il solo ero spaventato, la seconda volta ero tranquillo, la terza volta non mi importava niente! Ed è stato così per tutti i concerti. Ho suonato vari pezzi "difficili", come la 3' di Schumann e roba del genere, ma in confronto al Bolero sono un pezzo di torta! Quando ho suonato la 3' di Schumann, con il contralto, dirigeva Friedman. Ho preso un grosso respiro e ho fatto suonato il passo, in un fiato solo. Ma niente è paragonabile al Bolero. Qualche volta, ai concorsi, mi è successo di trovarmi con la bocca asciutta, ma non mi era mai successo di essere così nervoso in orchestra.

Domanda: Non pensa che dire in un Masterclass che un passo d'orchestra è difficile possa danneggiare la mentalità dello studente?

Risposta di Vernon: Niente ti dovrebbe spaventare, eccetto, forse, Bolero! Non dovete mai essere spaventati da quello che dovete suonare. Ho suonato molte cose più difficili del Bolero. Ad esempio il Concerto di Ellen Taaffe Zwilich è molto, molto, molto più difficile di qualunque cosa. Ho voluto solo raccontarvi la mia esperienza con quel pezzo. Adesso che l'ho fatto, se lo dovessi fare ancora saprei cosa aspettarmi.

Domanda di Vernon: Per voi che suonate primo trombone, è più facile suonarlo quando prendete confidenza con il pezzo?

Risposta di due partecipanti: 1) Diventa più facile ogni volta. 2) Lo abbiamo suonato in concerto per la scuola, tre volte al giorno per una settimana. Più lo suoni e più diventa più facile.

Questa è la chiave. Il trombonista della Radio City Music Hall di New York lo fa 250 volte l'anno. Significa 2.000 volte in una carriera. Siamo condizionati dall'attesa.

Intervento di Joseph Burnam: Io ho un'altra teoria. È il pezzo più adatto per i "predatori". Bolero non è la cosa più difficile che dobbiamo suonare in orchestra, secondo me, dal punto di vista trombonistico. Ci sono altri passi molto più difficili, ma è diventato troppo famoso. Non c'è concorso al mondo dove non si chiede Bolero. Tutti sanno che il Bolero è impegnativo per il trombone. Tutti ti aspettano al varco!

Domanda: Come si può studiare il vibrato?

Risposta di Charles Vernon: Studiare tutti e due i tipi di vibrato, con la mascella e con la coulisse. Usando una pronuncia delle vocali AI. (Vernon suona il seguente esercizio.)

Glenn Dodson (Primo trombone di Philadelphia ai tempi di Vernon) non usava mai il vibrato di labbro (mascella). Dobbiamo cercare di farli uguali, in modo che non si possa udire la differenza.

Nello stile jazzistico si usa un altro tipo di vibrato.

Domanda: Può suonare il pezzo di Tommy Dorsey (nel Concerto in programma il giorno dopo, Vernon avrebbe suonato I'm getting sentimental over you accompagnato dal gruppo dei tromboni) per vedere quando parte il vibrato?

Risposta di Vernon: Tommy Dorsey usava il vibrato immediatamente appena arrivava sulla nota. Nello stesso brano, Bill Watrous aspetta di essere sulla nota e poi fa il vibrato. A me piace di più arrivare sulla nota e poi far partire il vibrato.

Intervento di Jared Rodin: Negli Stati Uniti è molto importante studiare questo brano, perché ci sono orchestre, come Cincinnati, Portland, Detroit, dove il brano è incluso nel programma del concorso. Questo perché le orchestre hanno anche una stagione Pops, come Cincinnati Pops. Così devi sapere anche questo stile.

Vernon: Amo questo genere di musica. Brani come I'm getting sentimental over you sono i miei preferiti. La seconda cosa che preferisco è suonare brani come Old man River nel registro contrabbasso. La prossima volta suonerò un concerto con il trombone contrabbasso. Riguardo a queste cose sul vibrato, ho passato molti anni a suonare queste genere. Imitando e ascoltando, ma principalmente ascoltando, Bill Watrous, Urbie (Urban) Green, Carl Fontana, Tommy Dorsey, Dick Nash. Pochi conoscono Dick Nash ma tutti lo hanno sentito, ad esempio sulle colonne sonore dei film. Suonare questo stile aiuta a suonare anche i passi d'orchestra e i concerti.

Domanda: In Italia abbiamo l'esigenza, non so se sia così anche negli Stati Uniti, di dover suonare per lo stesso posto in orchestra, sia il Tenore che il Basso. Quindi stiamo invidiando molto Vernon. Ritiene utile utilizzare un appoggio uguale e cambiare la profondità della tazza oppure è bene avere due diametri diversi del bocchino?

Risposta di Vernon: Io uso due bocchini completamente diversi, con due appoggi diversi.

Domanda: Il cambio fra i due strumenti, e la ricerca dei due suoni, è solo una cosa di immaginazione oppure lei cambia qualcosa anche fisicamente?

Risposta di Vernon: Io uso per il trombone basso un bocchino enorme e così quando ho ricominciato a suonare il tenore, avevo lo stesso appoggio con una tazza più piccola. Questo mi permetteva di cambiare velocemente tra uno strumento e l'altro. Molte persone fanno così, ad esempio usando dei bocchini smontabili come quelli di Doug Elliott e può essere un buon sistema per iniziare a suonare i due strumenti. Anch'io facevo così all'inizio, ma il trombone tenore sembrava un baritono. Dopo un po' che suonavo tutti e due ho realizzato che il concetto di suono deve essere diverso. Per anni ho pensato alla stessa grandezza di suono per i due strumenti. Adesso il suono del Trombone Basso è il più grande, quello del Tenore è più piccolo, quello del contralto è ancora più piccolo. Nella mia testa ho un concetto di suono che voglio avere su ogni strumento e ci penso mentre suono ogni strumento. La risposta è che consiglio a tutti di suonare un bocchino che sia comodo sulle labbra e che l'appoggio sia simile, in modo che non sia troppo difficile. Quando ho iniziato a suonare con due bocchini diversi era difficile e per abituarmi ci sono voluti degli anni. Ogni volta che passavo dal basso al tenore avevo bisogno di un'ora. Adesso bastano 5 minuti. Passando da uno strumento all'altro si trovano delle difficoltà, che però non sono le stesse. Il passaggio più difficile sarebbe dal contralto al tenore al basso al contrabbasso. Il più facile sarebbe dal contrabbasso al basso al tenore al contralto.


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